Suonare Serroni

Inospitale
Inospitale Che fa rima con subnormale!
modificato 21 ottobre 2016 in deliri
Era un porcodio di tanti anni fa. In viaggio per l'Emilia, calando dal Nord, con puntata a Bologna. Avevo voglia, non trovavo da chiavare e ancora avevo pochi soldi. Quindi parcheggiando vicino al centro, dopo aver ottemperato agli impegni di lavoro, me ne tornai verso la macchina con quella voglia di scopare ma senza la voglia di spendere più di tanto. E quindi mi risolsi su una cosa un po veloce, magari una sega, qualcosa senza troppo impegno, giusto per sentire l'odore di femmina e via. Entrai un un bar di via del Pratello, per puro caso, essendo nei pressi del parcheggio. Tra l'altro di Bologna non conoscevo (né conosco) un cazzo, ci sarò stato tipo tre volte in vita mia. Questa era una di quelle. Quindi entrai un laido bar, presi un caffè e il giornale locale con gli annunci delle vacche in ultima pagina. E mi imbattei in "via del Pratello 23, Suonare Serroni" (solo più tardi scoprii di essermi imbattuto in una leggenda bolognese). La chiamai da un telefono pubblico (i telefonini erano solo per danarosi allora) e mi indicò appunto un portone che stava a pochi metri dal bar. Era ormai sera, inverno, il mio cazzo dormiva profondamente nelle mutande ma cominciò a svegliarsi con la voce di quel trojone che in effetti m'attizzava. Quindi andai a sto cazzo di numero 23, suonai Serroni come da comandamento penico e dopo essere entrato in un androne, dove entrai spavaldo perché tanto chi se l'inculava Bologna, chissà quando mai ci sarei stato, mi si aprì una porta sulla sinistra, sottoscala, ed entrai. Rischiai subito un colpo al cuore quando mi si parò davani una laidissima megera che mi squadrò e mi parlò in dialetto bolognese. Non capendo un cazzo le chiesi con preoccupazione se per caso era lei la zoccola in questione e la vecchia megera invece si palesò per essere la tenutaria di un bordello, di cui però c'era solo una esercente, ma con tre voraci buchi. E infati mi fece sedere sul divano, mi offrò un Whishkey e mi disse che la "signorina" (il troijone cioè) era impegnata, come si poteva ben sentire dai gemiti appena coperti dalla musica di atmosfera che proveniva da otlre l'armadio. Mentre ormai mi scolavo il drink, e poi un altro e poi un altro (tre in totale) - la megera mi elencò le virtù bucoliche del trojone, consigliandomi di incularla invece che scoparla perché per il momento c'era una specie di offerta speciale natalizia, non tanto un 3x2 bensì un culo a prezzo di figa. Solo settantamilalire. Il cazzo mi guizzò subito nelle mutande ma temetti che la megera magari volesse approfittarne con qualche laida proposta anche se sinceramente mi sembrava abbastanza porca l'idea di chiavarmi il trojone davanti a lei. Il trojone che tra l'altro non avevo manco ancora visto. Il buzzurro che se la trombava finalmente venì, lei scattò fuori dalla stanza mentre la megera mugghiava "signorina signorina c'è un cliente che la vuole" (che porcodio le dai lei pensavo) e quindi mi si presentò davanti questa signora ormai ultraquarantenne, bionda, con i ricchioli, con indosso una specie di collant interi azzurri col buco davanti e dietro, senza reggiseno (ma c'era poco da reggere) e con la figa presumibilmente ancora grondande i suoi succhi figacei. Mi guardò in piedi, sorrise e mentre si asciugava la figa davanti a me con un asciugamano che le aveva dato la vecchia megera si mise un paio di mutandine e mi chiese che cosa volevo fare. Oramai mezzo ubriaco per il Whiskey le disse che vista l'offerta l'avrei inculata con piacere. Lei sorrise si girò e fece tipo per aprirsi il culo davanti a me dicendo qualcosa del tipo è ancora stretto di divertirai. insomma tutte le puttanate necesarie per farmi sborrare in tre secondi. IMprovviisamente tirò una tendina di fatti chiudendo me e le vecchia megera in una sorta di "stanza-privata" e uscì' accompagnando il coglione del cliente preceednte fuori dalla porta. Appena chiuso fuori il tipo, tirò la tendina, si tolse le mutandine e le passò sul viso dicendo, senti che ho voglia? Quindi pagai la megera e lei mi portò a letto tirandomi per il cazzo. Mi buttò sul letto sedendomi sopra e in sostanza, tra l'alcool, i suoi gemiti, le mutandine in bocca e tutto, sborrai non appena cominciò a menarmelo. Lei rise e disse ma come di già?? Ma invece di spedirmi via mi disse con accendo bolognese ora ci penso io. Lo pulì con un panno e cominciò a pomparmelo, ma senza esito. Troppo carico e mezzo sbronzo non riuscii più a farmelo diventare duro a sufficienza per inculalra. Mi risolsi quindi a mettarla alla missionaria e pregarla almeno di incularsi da sola con il cazzo finto che stava i in bella mostra. Intanto le presi in bocca i piedini infinati nella lingerie da zoccola e cominciai a segarmi mentre lei si infilava il cazzo finto dentro fino alla fine e cominciava a farfugliare puttanate come, se non ti diventa duro, vado a prendere la frusta. Fatto stà che per dritto o per rovescio riuscii ad avere una misera erezione, le chiesi di venirle in bocca e lei l'incappucciò in un microsecondo, mi si sedette sopra tipo sessantanove con il dildo ancora nel culo e con due succhiate mi fece finalmente venire per la second volta in pochi minuti. Senza togliersi il dildo dal culo si alzò e andò a ridere di me con la megera dicendole che non ero risucito ad incularla e quindi aveva dovuto usare quello. Io barcollando mi rivestii, salutai signorilmente le due zoccolacce e me ne andai, sbronzo, con cazzo sborrato non lavato e un'odore di troia addosso che non mi si levava, lasciando quindi via del Pratello e poi Bologna con il chiaro senso di averla presa nel culo. Arrivato al casello però mi venne una piomba e dormii in una piazzola, svegliandomi tre ore dopo con un mal di testa infernale.
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