Il meraviglioso tread degli Usi e Costumi antichi ormai caduti in disuso, ormai diventati anche i no

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TITOLO COMPLETO: Il meraviglioso tread degli Usi e Costumi antichi ormai caduti in disuso, ormai diventati anche i nostri che siamo vecchi come la merda perchè una volta qui era tutta campagna signora mia

parlavo con una signora che ha più di novant'anni chiedendole che si beveva d'estate quando era ragazza e mi diceva quanto è strano per lei ripensare a un tempo in cui non c'era il frigo. lei un frigo l'ha visto per la prima volta nel '64-65, quando aveva quasi quarant'anni. la signora non è istruita ma non è nemmeno scema, alla sua età ragiona ancora bene e lei stessa si accorge di ricordare meglio gli anni di infanzia che quelli successivi: da bambina ha visto le sbarre di ghiaccio che venivano prodotte nelle prime fabbriche di gassosa, ricorda le bottigliette di vetro con al posto del tappo a corona una specie di membrana di carta ma non si ricorda come faceva a conservare la roba senza frigo. è sorpresa lei stessa da questa lacuna, che somiglia alla mia quando cerco di ricordare il tempo senza cellulari. interrogata su altre bevande, dice che ai suoi tempi non c'erano caffè, te, cioccolata, si beveva solo l'orzo, che si coltivava nell'orto. si usava pochissimo lo zucchero, perché bisognava comprarlo, e anche il tabacco era raro. suo padre fumava nella pipa una strana pianta che dopo alcune indagini si è capito essere lo stramonio, tossico per altro. da un ricordo ne germinano altri e la signora racconta di sua nonna, che sarà nata intorno al 1870, che col fiore di farina riparava i gusci incrinati delle uova, per venderle meglio ai "signori", e il nonno che scavava buche in montagna per conservare la neve. ricorda cose che ha visto quando aveva cinque anni, anche meno, mentre dai dieci anni fino a ieri il tempo si appiattisce, sembra tutto uguale. a un tratto m dice, anche se non queste parole, che lei non riesce a ricordare se nessuno glielo chiede. il suo pensiero è praticamente sempre in forma di dialogo. è quasi incapace di riflettere su qualcosa se non attraverso il discorso con qualcuno o con se stessa, il che poi capita anche a me. è chiaro quindi che le fa molto piacere parlare con qualcuno, non tanto per sapere le cose nuove, che non le interessano, o i fatterelli degli altri, perché quasi tutti quelli che conosceva sono morti e quindi che le può importare? ma per ripensare al passato. a un certo punto mi invita anche a casa sua perché ha messo da parte certe castagne, nel congelatore appunto, e me le vuole fare bollite.
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Commenti

  • Lancio il fork perchè secondo me l'argomento merita il giusto approfondimento.

    I racconti dei nostri vecchi infatti racchiudono delle usanze ormai passate, degni dei Miti e delle Leggende, che a me francamente in alcuni casi lasciano abbastanza perplesso.

    Esempio dirimente, mia nonna. Nata nel 191equalcosa ed ormai morta da un bel pezzo, di pura e tenace estrazione contadina, mi ricordo che mi raccontava che "ai tempi suoi" le mutande non si usavano. Perchè non c'erano. Quindi dici vabbè, s'arrangiava in qualche modo, fino a quando non ti viene in mente il ciclo mestruale, e allora cominci a guardargli le vene varicose come fossero antichi canali di scolo fossilizzati dall'età.
    La cosa interessante però e che mi raccontava pure che una volta il bidè se lo facevano con la cenere del camino, e qui francamente proprio non riesco nemmeno a cominciare ad immaginarmi a come cazzo poteva svolgersi la cosa in maniera ragionevole, e men che meno l'adeguatezza del risultato finale.
    Poi ad esempio anche mio padre, che essendo nato contadino pure lui e avendo vissuto la gueRa, e quindi la conseguente fame, mi racconta del fantomatico periodo della sardina, in cui appunto c'era questa mitologica sardina appesa in cantina in cui la famiglia, avendo a disposizione solo pane, ce lo strofinava sopra per dargli sapore e poi gnam, che mangiatona. Non gli ho mai chiesto quanto tempo la facessero durare sta cazzo di sardina appesa, ma allo stesso tempo non ho mai potuto fare a meno di notare che ricorda con più soddisfazione questi momenti culinari che quella volta in cui magari ha mangiato le chicche di patate bio in salsa di gallinella mantecata nel barolo su crosta di soncazzo grattugiato.
    Infine ormai ci sono anche io, in cui mi rendo conto che nei miei primi 40 anni e rotti ho già visto e fatto cose che ormai a raccontarle alle nuove generazioni farei fatica ad ottenere espressioni diverse da "de che cazzo sta a parlà sta salma", come ad esempio l'uso del telefono fisso col disco, e quello delle cassette e dei walkman a batterie, ma mi troverei in difficoltà anche a spiegare bene che una volta mettevo il cotone dentro alla fessura dei telefoni delle cabine per far bloccare il resto delle telefonate degli altri e passare poi io a pigliarlo dopo.
  • MaxDanno
    MaxDanno il palo della banda dell'ortica
    menesturello::1777827
    fantomatico periodo della sardina

    lolz.
    Il cibo tipico del lago di como è il "missultin", pesce di lago condito e lasciato sun un asse (la "missulta") finché è quasi marcio in modo che ne basta uno per insaporire la polenta di 10 persone.

    menesturello::1777827
    ho già visto e fatto cose che ormai a raccontarle alle nuove generazioni farei fatica ad ottenere espressioni diverse da "de che cazzo sta a parlà sta salma"

    non so se hai figli, ma io ci sono rimasto male quando la mia ha visto il suo primo cd e ha cercato di infilarlo nella radio.
  • MaxDanno
    MaxDanno il palo della banda dell'ortica
    sposto nella categoria "vecchie scoregge".

    I miei sono tutti più o meno cittadini quindi non ho abitudini troppo strane, tranne mia nonna (ora ultracentenaria) che non ha mai imparato a andare in bicicletta perché all'epoca non stava bene per una donna, nonostante per dire lavorasse in fabbrica. In molte cose doveva essere un mondo più semplice, tipo mia nonna che mi raccontava di aver lavorato per un po' alla
    Motta perché una sua amica non poteva andare e ha mandato lei al suo posto, alla faccia di asicurazioni e libretti sanitari. O di mio nonno che doveva prendere il pullman ma non c'era l'autista, allora hanno fatto guidare direttamente a lui.
    Più che altro la cosa che è cambiata di più è la città, ora capisco mia nonna quando non si orientava più. Sono nati interi quartieri nuovi e è cambiato pure il paesaggio (vedi p.e. i grattacieli della vecchia Fiera). Ho recuperato un vecchio film di mala degli anni '70 e sono rimasto fulminato a vedere la milano della mia infanzia, il duomo nero di fuliggine con le auto che ci passavano praticamente sotto, fin davanti alla galleria, e le luci della pubblicità sul palazzo di frronte, le CABINE DEL TELEFONO a gettone e perfino l'aria diversa tra fumi e temperatura diversa per il riscaldamento globale.
  • IL Tubone
    IL Tubone un solido problematico
    Io no riesco nemmeno più ad immaginarmi senza lo smartfono, eppure ho comprato il primo cellulare nel 2000 e il primo smartfono nel 2011.

    menesturello::1777827
    ma mi troverei in difficoltà anche a spiegare bene che una volta mettevo il cotone dentro alla fessura dei telefoni delle cabine per far bloccare il resto delle telefonate degli altri e passare poi io a pigliarlo dopo.


    Ah, diocane, ma allora ERI TU.
  • il tubone::1777837
    Ah, diocane, ma allora ERI TU.


    EBBENE SI, anche se in realtà la magia in zona Roma Sudest è durata abbastanza poco, diciamo un 3 mesetti con alterne fortune, poi laggente ha sgamato.

    Per dire quando eravamo ragazzini, ti parlo intorno la metà degli anni 80, siamo stati anche e decisamente pionieri dell'usanza di farci le domeniche alla pompa di benzina ad aiutare laggente a fare rifornimento in cambio di qualche spicciolo. E ti dirò che era anche abbastanza redditizia la cosa, almeno per un ragazzo di 13/15 anni. Poi è arrivata l'inarrestabile marea di immigrati irregolari e ci hanno rubato il lavoro a noi italiani. Meno male che ora c'è salveenee che li manda tutti a casa e ricomincia la pacchia per i vostri figli!

    O ancora, riguardo la telefonia pubblica, quando si raccattavano in giro le paccate di schede telefoniche usate, prima che scoppiasse la moda del collezionismo, e si provavano tutte una per una per vedere se c'era rimasto il credito dentro, e te le rivendevi alla metà/due terzi del credito rimasto a chi aveva bisogno perchè aveva la morosa.

    Insomma se non fosse abbastanza chiaro da regazzino non c'avevo na lira e dovevo inventarmi la qualunque
  • scotto

    a me il primo cellulare l'hanno regalato tipo nel 2002, doveva essere un modello di 5-6 anni prima perché era grosso come un citofono. mi ricordo però che spesso usavo ancora la cabina. in realtà non ho mai comprato un cellulare per me, mi è stato sempre regalato, compreso quello che ho adesso e che non apre quasi più nessuna pagina.
  • vincibile
    modificato 11 luglio 2018
    Noi si andava alle gabine per fare gli scherzi al 112 e al 113 (ai vigili del fuoco no, chissà come mai), che però non funzionavano, ci tradiva la vocetta puerile. Così ci si limitava a sfottò idioti, ad. es. chiamare la Polizia e pretendere i Carabinieri, e vice versa; o anche si emettevano mugugni stitici e guaiti di sofferenza - l'innocente età c'impedì di sapere che tali sospiri potevano somigliare più assai all'audio dei film porcografici - che duravano una decina di secondi e poi si concludevano in un "ploff! aaahhh, ho cacato, mi sono liberato!". Smettemmo quando una sera d'estate, agganciata la cornetta, si vide una volante della polizia sbucare in strada poco lontano. Una superstizione - oggi non così infondata - ci suggestionò al punto da farci scappare a gambe levate.
    Quando si aveva a disposizione una scheda, si facevano gli scherzi telefonici a una signora che purtroppo non conoscevamo abbastanza, una vecchia che ritenevamo essere malvagia e odiosa di bambini, una strega anche nell'aspetto, il cui nome apprendemmo attraverso investigazioni indirette e discrete presso i bambini che abitavano quel suo quartieraccio. Il diavolo stesso si premurò di farcelo trovare sulle pagine bianche. A questa vecchia telefonavamo soprattutto per insultarla e farle pernacchie, qualche volta inscenavamo delle farse che la signora tendeva a prendere sul serio, poiché doveva essere piuttosto permalosa e paranoica. Poi si smise non so perché. Qualche anno dopo, adolescenti, si apprese che questa tizia era la madre di un pochissimo raccomandabile pregiudicato e affiliato che con la propria famiglia viveva con ella (e il padre). Potevano benissimo avere il telefono sotto controllo.
    Giravano diverse leggende sulle gabine telefoniche, una di esse sosteneva che la lucetta rossa lampeggiante dietro quella che pareva essere una lente di fresnel (per via dei solchi concentrici) era in realtà una telecamera e così ci si cauteleva oscurando l'occhiuto intruso con un dito, non sempre agevolmente perché era piuttosto in alto per la nostra statura di bambini di una regione arretrata. La gabine erano peraltro un ottimo rifugio contro gli improvvisi acquazzoni (che all'epoca esistevano ancora), ed erano un buon covo d'emergenza quando ci si trovava lontano da quello istituzionale: una casa eternamente in costruzione che abitavamo la domenica e nel tardo pomeriggio, quando i muratori, se vi lavoravano, non dovevano esserci in quei momenti. Avevamo trovato a nostra disposizione quattro seggiole cornute, un tavolo rotondo, molta polvere cancerogena, due balconate senza ringhiera dalle quali si poteva comodamente precipitare in garage. Qui una volta, dietro ai sacchi di cemento invecchiato e mattoni forati si rinvenne una tenda canadese rossa e blu, in parte squartata. Non si seppe mai chi, quando e perché ce l'avesse portata. Un pomeriggio, inaspettatamente, apparve come uno sbirro un mastro muratore e ci scoprì colà e voleva prenderci a bastonate perché se ci fossimo fatti male poi il padrone di quella casa sarebbe andato in galera. Non ci siamo più tornati fino all'autunno, quando una sera ci fu proibito l'ingresso in una squallida paninoteca poco lontano, ove s'era organizzata una festa dall'Uìn strettamente riservata a chi già disponeva di peli pubici. Poiché gli amici miei abitavano là nei pressi, dopo poco se n'andarono; io rimasi per qualche minuto da solo, seduto nel patio tra l'oscurità della strada e quella più fitta della casa. Non conoscevo ancora la sofferenza quella vera e quel momento di tenebrosa solitudine mi parve bello.
  • f205v
    f205v Il Signore della Merda
    menesturello::1777827
    una volta il bidè se lo facevano con la cenere del camino
    la cenere (mista ad un poco di grasso del maiale) è un ottimo sostituto del sapone.
  • f205v::1777863
    la cenere (mista ad un poco di grasso del maiale) è un ottimo sostituto del sapone.

    preferisco comunque il pino silvestre in 3x2 al poli
  • il tubone::1777837

    Io no riesco nemmeno più ad immaginarmi senza lo smartfono, eppure ho comprato il primo cellulare nel 2000 e il primo smartfono nel 2011.



    io da fine 90, nell'ordine:

    1° regalato
    2° comprato nuovo
    3° trovato a terra
    4° comprato usato
    5° comprato usato
    6° regalato
    7° "preso"
    8° regalato
  • c'è da dire che una volta i vecchi si vestivano da vecchi cioè con il paltò. adesso la forbice tra abbigliamento dei senior citizen e del resto della popolazione si è assottigliato e capita di vedere ottuagenarie vestite non molto diversamente dalle 15enni.
  • IL Tubone
    IL Tubone un solido problematico
    menesturello::1777838
    EBBENE SI, anche se in realtà la magia in zona Roma Sudest è durata abbastanza poco, diciamo un 3 mesetti con alterne fortune, poi laggente ha sgamato.


    Un amico prato-napoletano (la peggio razza, ma comunque quello che sceglierei per perdermi nella foresta amazzonica per le mad skillz della sopravvivenza) al tempo delle cabine telefoniche con la scheda mi insegnò un trucco per telefonare aggratis, che consisteva nel procurarsi una scheda nuova ed in una finita. Le si inserivano entrambe attaccate in un modo particolare al fine di ingannare il lettore della banda magnetica. Funzionava quasi sempre.
    Anche lui si divertiva con gli scherzi telefonici e ricordo distintamente una volta che, fingendosi un impiegato di Aiazzone, convinse un poveraccio che sua moglie aveva comprato una camera da letto matrimoniale completa in stile finto impero. Fissò anche la data della consegna.
  • f205v
    f205v Il Signore della Merda
    freakout::1777876
    ottuagenarie vestite non molto diversamente dalle 15enni
    FAPFAPFAPFAP
  • maxdanno::1777830
    Il cibo tipico del lago di como è il "missultin", pesce di lago condito e lasciato sun un asse (la "missulta") finché è quasi marcio in modo che ne basta uno per insaporire la polenta di 10 persone.
    Effetto tarpone: l'ho assaggiato di recente, non è male. Malgrado il tuo tentativo di exploitation debbo dire che la variante imborghesita consiste semplicemente di agone essicato e cotto sulla brace.
    menesturello::1777827
    Nata nel 191equalcosa ed ormai morta da un bel pezzo, di pura e tenace estrazione contadina, mi ricordo che mi raccontava che "ai tempi suoi" le mutande non si usavano. Perchè non c'erano.
    Si potrebbe aprire una significativa parentesi sulle disinibite abitudini della campagna. In particolare pare che la necessità di impiegare in eguale misura donne e uomini nei campi, quantomeno in determinati periodi dell'anno, giustificasse comportamenti che sarebbero stati inconcepibili per la più ingessata morale cittadina.
    Anche per questo l'amplesso con le contadine da parte di visitatori occasionali veniva considerato alla stregua dell'accoppiamento con animali di piccola taglia: un peccato forse commendevole sul piano igienico-sanitario, ma assolutamente veniale su quello morale.
  • gonzokampf::1777891
    di piccola taglia
    ahaha ma perché
  • scotto

    guarda che commendevole significa lodevole e non condannabile.
  • IL Tubone
    IL Tubone un solido problematico
    CR 13::1777892
    ahaha ma perché


    perchè per la grossa taglia c'erano pecore e vacche
  • scotto::1777893

    guarda che commendevole significa lodevole e non condannabile.
    ti aspettavo al varco. comunque è ben noto che secondo i pasdaran (specie femministi) del marsismo la vera oppressione sociosessuale dell'adonna inizia con l'età moderna ovvero - de iure - con la nascita della borghesia e con il graduale irradiarsi dei suoi valori anche in territori agropastoralis, laddove si ipotizza che in precedenza regnasse una sorta di parità para-naturale. io contesto il carattere squisitamente storico (ma anche la localizzabilità diacronica, intesa come scalino oggettivo) di questo fenomeno, posizione suggeritami da diverse incongruenze e artate interpetrazioni di altri fattori. è senz'altro vero che il mondo contadino, nel suo necessario e ricorsivo ripiego verso forme sociali parecchio collaudate negli ultimi dodicimila anni - la famiglia, la terra, la pura sussistenza - tende ad una condizione di elementare e più durevole equilibrio, vedansi la rigorosa cadenza staggionale di fatti socialmente funzionali, il coinvolgimento maggiore di tutti i soggetti a beneficio del gruppo et cetera; MA, d'altra parte, il carattere sessuato dell'umanità porta con sé elementi che non esito a definire irriducibili (non uso universali) i quali in varia misura si estrinsecano in norme che non c'è mai modo di definire paritarie in termini contemporanei. non esiste società in cui la donna non sia considerata re ipsa un bene prezioso - al netto di altri valori non per questo assenti - e la sua esistenza sia irregimentata più o meno duramente in relazioni di proprietà, pure se in apparenza invertite (vedi le famose società matrilineari whatever they are). ma divagherei. il fatto gli è che la disinibizione campagnuola appare tale solo perché scevra* di pruderies borghesi e strutturate; sia chiaro: questa scevrità esiste. ma la peregrina inchiappettata messa in atto dal bourgeois nella boscaglia non dipende certo da una liberalità oggettiva delle villane adolescenti, le quali presumibilmente godono solo in parte dell'inatteso evento, ineducate al piacere perverso e all'anarchie du pouvoir. si tratta quindi del vecchio caro rapporto di forza, quello che ha informato un po' tutto il colonialismo, tanto per intendersi. concludendo: il borghese sogna senza posa il mondo senza legge, quello delle forze naturali, e lo vede di volta in volta in loci immaginati o intravisti, come nelle società arretrate. è il famoso disagio della civiltà di freudiana memoria, con la cruciale differenza che il freud positivista non poteva non cadere in una versione moderna della stessa chimera, pur sempre "realista": il mondo primitivo, il mondo pre-edipico in cui ominoidi si chiavano senza nemmeno il tabù dei legami familiari. una fantasia onanistica immortale, destinata alla ciclica delusione.
  • fasuline pietreppavule

    vincibile::1777853

    Noi si andava alle gabine per fare gli scherzi al 112 e al 113 (ai vigili del fuoco no, chissà come mai), che però non funzionavano, ci tradiva la vocetta puerile. Così ci si limitava a sfottò idioti, ad. es. chiamare la Polizia e pretendere i Carabinieri, e vice versa; o anche si emettevano mugugni stitici e guaiti di sofferenza - l'innocente età c'impedì di sapere che tali sospiri potevano somigliare più assai all'audio dei film porcografici - che duravano una decina di secondi e poi si concludevano in un "ploff! aaahhh, ho cacato, mi sono liberato!". Smettemmo quando una sera d'estate, agganciata la cornetta, si vide una volante della polizia sbucare in strada poco lontano. Una superstizione - oggi non così infondata - ci suggestionò al punto da farci scappare a gambe levate.

    Quando si aveva a disposizione una scheda, si facevano gli scherzi telefonici a una signora che purtroppo non conoscevamo abbastanza, una vecchia che ritenevamo essere malvagia e odiosa di bambini, una strega anche nell'aspetto, il cui nome apprendemmo attraverso investigazioni indirette e discrete presso i bambini che abitavano quel suo quartieraccio. Il diavolo stesso si premurò di farcelo trovare sulle pagine bianche. A questa vecchia telefonavamo soprattutto per insultarla e farle pernacchie, qualche volta inscenavamo delle farse che la signora tendeva a prendere sul serio, poiché doveva essere piuttosto permalosa e paranoica. Poi si smise non so perché. Qualche anno dopo, adolescenti, si apprese che questa tizia era la madre di un pochissimo raccomandabile pregiudicato e affiliato che con la propria famiglia viveva con ella (e il padre). Potevano benissimo avere il telefono sotto controllo.

    Giravano diverse leggende sulle gabine telefoniche, una di esse sosteneva che la lucetta rossa lampeggiante dietro quella che pareva essere una lente di fresnel (per via dei solchi concentrici) era in realtà una telecamera e così ci si cauteleva oscurando l'occhiuto intruso con un dito, non sempre agevolmente perché era piuttosto in alto per la nostra statura di bambini di una regione arretrata. La gabine erano peraltro un ottimo rifugio contro gli improvvisi acquazzoni (che all'epoca esistevano ancora), ed erano un buon covo d'emergenza quando ci si trovava lontano da quello istituzionale: una casa eternamente in costruzione che abitavamo la domenica e nel tardo pomeriggio, quando i muratori, se vi lavoravano, non dovevano esserci in quei momenti. Avevamo trovato a nostra disposizione quattro seggiole cornute, un tavolo rotondo, molta polvere cancerogena, due balconate senza ringhiera dalle quali si poteva comodamente precipitare in garage. Qui una volta, dietro ai sacchi di cemento invecchiato e mattoni forati si rinvenne una tenda canadese rossa e blu, in parte squartata. Non si seppe mai chi, quando e perché ce l'avesse portata. Un pomeriggio, inaspettatamente, apparve come uno sbirro un mastro muratore e ci scoprì colà e voleva prenderci a bastonate perché se ci fossimo fatti male poi il padrone di quella casa sarebbe andato in galera. Non ci siamo più tornati fino all'autunno, quando una sera ci fu proibito l'ingresso in una squallida paninoteca poco lontano, ove s'era organizzata una festa dall'Uìn strettamente riservata a chi già disponeva di peli pubici. Poiché gli amici miei abitavano là nei pressi, dopo poco se n'andarono; io rimasi per qualche minuto da solo, seduto nel patio tra l'oscurità della strada e quella più fitta della casa. Non conoscevo ancora la sofferenza quella vera e quel momento di tenebrosa solitudine mi parve bello.
    FAP FAP FAP
  • gonzokampf::1777891
    Si potrebbe aprire una significativa parentesi sulle disinibite abitudini della campagna
    se serve un'immagine per l'articolo puoi usare questa:
  • scotto

    leggevo che nel 17sjmo secolo in inghilterra ci fu un forte rilassamento dei costumi tra le popolazioni rurali per via più che altro della montante rabbia antipreti. non erano però i borghesi ad andarsi a chiavare le contadine, ma i proletari girovaghi, antenati ideali dei comunisti.
  • interessante fattispecie, che però si può sussumere nella macrorubrica dei culture clashes, con la loro differenza di potenziale che si organizza subito in un rapporto di forza
  • menesturello::1777827
    mi racconta del fantomatico periodo della sardina, in cui appunto c'era questa mitologica sardina appesa in cantina in cui la famiglia
    ah, scusate, improrogabili impegni degli utlimi giorni mi hanno obbligato a letture sbrigative e risposte nulle, quindi riprendo questo fatto. sono consapevole di dire una enorme banalità ma mi auguro che tutti sappiano (incluso menes che usa gli aggettivi appropriati) che la storia della "sardina", "acciuga" o stoccafisso usata come insaporitore collettivo per cibo ancor più frugale (di solito polenta ma anche pane raffermo) in un unico ambiente che ci porta alla mente i noti mangiatori di patate a lume di candela, è un classico del folklore moderno ad altissima diffusione. inutile dire che, come in tutti i casi analoghi, circostanze vagamente assonanti possano essersi realmente verificate qua e là ma, mancando a mio avviso elementi più psicologici in questa narrazione, potrebbe trattarsi di un classico fenomeno di persuasione dall'alto, cioè l'aneddoto potrebbe avere una origine letteraria puntuale, forse nemmeno anteriore alla seconda guerra (non ho idea).
    comunque, questa storia ci suggerisce il tema parallelo della povertà raccontata dal sedicente ex-povero, che nell'arco di una sola vita diventa narrazione ad uso borghese in senso etimologico: urbano / metropolitano.
  • MaxDanno
    MaxDanno il palo della banda dell'ortica
    mi spiegate meglio questa cosa che nel mondo contadino si scopava di più? (sto raccogliendo materiale per una denuncia)
  • nel mondo contadino in linea di massima c'era più certezza del coito. tuttavia il prezzo era la de-erotizzazione della quotidianità. certezza perché la società era meno frastagliata e tendeva alla conservazione e alla trasmissione di beni et servici, sistemando presto o tardi un po' tutti i cristiani (feste stagionali). prezzo perché la povertà, il duro lavoro e la praticità assorbono le forze e banalizzano il corpo, che rinasce, quando va bene, solo nelle suddette occasioni sociali.
  • rodolfo::1777917
    banalizzano il corpo

  • rodolfo::1777910
    è un classico del folklore moderno ad altissima diffusione. inutile dire che, come in tutti i casi analoghi, circostanze vagamente assonanti possano essersi realmente verificate qua e là ma, mancando a mio avviso elementi più psicologici in questa narrazione, potrebbe trattarsi di un classico fenomeno di persuasione dall'alto, cioè l'aneddoto potrebbe avere una origine letteraria puntuale, forse nemmeno anteriore alla seconda guerra (non ho idea).


    Cioè mi stai dicendo che mio padre racconta cazzate.
    Mi pare di ricordare infatti che mio padre questa roba la raccontasse come proprio fatta da loro, dalla famiglia, ma vista la possibilità che si sia verificata questa persuasione dall'alto o che ricordi male io dei particolari, ti preannuncio che prossimamente approfondirò la cosa con discrezione al prossimo contatto telefonico che avrò con il vecio.
  • MaxDanno
    MaxDanno il palo della banda dell'ortica
    rodolfo::1777919
    rodolfo::1777917

    banalizzano il corpo

    Se poi Scotto riprende con la tiritera che il mare è meglio però te lo pippi tu eh.

    menesturello::1777936
    Cioè mi stai dicendo che mio padre racconta cazzate.

    beh magari non è stato sistematico ma episodico. A me p.e. hanno fatto tutti i racconti del tempo di guerra e ce n'è uno in cui il gatto è entrato dalla finestra e ha mangiato la cena di 9 persone quindi le porzioni non dovevano essere enormi.
    anche se poi è finita che è morto di indigestione.
    Anzi a ripensarci adesso che non ho più 8 anni anche questa storia puzza un po' di stronzata / esagerazione.
  • Nel frattempo nel vicentino

    maxdanno::1777940
    i racconti del tempo di guerra e ce n'è uno in cui il gatto è entrato dalla finestra e ha stato mangiato per cena da 9 persone quindi le porzioni non dovevano essere enormi.
  • Oppure era un gattone - qualcuno dovrebbe far luce sulla misteriosa mancanza di tigri nel vicentino