per quelli che si lamentano che linkiamo sempre roba in inglese...

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Commenti

  • attenzione pero', credo che gg intendesse dire (e se non intendeva dirlo, be', avrebbe dovuto) che l'inglese ha, ad esempio, tantissime parole relativamente comuni "sdoppiate", a causa della sua storia linguistica travagliata.
    ovvero, freedom e liberty sono assolutamente sinonimi e quindi se conti solo i vocaboli riconosciuti hai 2 conteggi quando quasi qualunque altra lingua ne ha 1.
    (l'italiano e' in una situazione simile perche' i dialetti hanno cominciato a convergere in un italiano standard solo di recente, quindi tantissime parole di uso abbastanza comune hanno parecchi sinonimi piu' o meno alla pari. altre lingue invece saranno state piu' stabili.)

    [rodolfo::post]Sulla seconda non voglio esprimermi in maniera definitiva, ma mi pare una cagata doppia.


    be', nell'ambito scientifico e' una verita' lampante.
    io ho cominciato a conoscere bene l'inglese da non piu' di 3 anni, e in particolare all'universita' ero davvero una capra. pero' molti miei libri di testo non si trovavano in italiano, e li dovevo leggere in inglese, e mi colpiva il fatto che riuscissi a leggerli con estrema facilita'.
    ok, parte della facilita' stava nel fatto che i termini tecnici si erano propagati tali e quali all'italiano, oppure alcuni di essi erano neologismi formati da lingue morte, e quindi anche quelli sono simili in ogni lingua. ma era clamorosa la differenza tra una frase a caso di un qualsiasi quotidiano (anche quelli per decerebrati tipo i tabloid) e una frase a caso, non tecnica, di un libro di testo, o di un articolo scientifico: non ho MAI usato un vocabolario per capire il senso di una frase scientifica, in tutta la mia vita. invece tale esigenza l'ho avuta per tantissimi anni nel tentare di leggere riviste come il Time.
  • [maranza::post] vale anche per le parole composte inglesi, allora.
    No. Sbagliatissimo.
    [maranza::post] contano come parole diverse.
    Appunto. Perché sono parole diverse. Confondi semantemi con morfemi. "Give up" e "blow up" sono parole diverse in cui up non è un morfema ma un suffisso che contribuisce direttamente al livello semantico dell'espressione creando un entità discreta (butta nel cesso la parola parola). Invece -ssero in espressioni come "cacàssero", "capissero" è una desinenza tipica di una lingua sintetica e fusiva come l'Italiano, che inquadra l'elemento semantico (il radicale) solo su un livello grammaticale, cioé di "funzione". E funziona allo stesso identico modo su tutti i radicali.
  • [psycho::post] be', nell'ambito scientifico e' una verita' lampante.
    Ma che vuol dire? Parli solo di sostantivi? E sono meno di 850? Ma siamo seri dai.
    [psycho::post] io ho cominciato a conoscere bene l'inglese da non piu' di 3 anni, e in particolare all'universita' ero davvero una capra. pero' molti miei libri di testo non si trovavano in italiano, e li dovevo leggere in inglese, e mi colpiva il fatto che riuscissi a leggerli con estrema facilita'.
    Guarda, ti capisco perfettamente, è la stesa ragione per cui posso leggere decentemente un testo in middle chinese buddhista dell'VIII sec. mentre sono una capra in mandarino. C'entra davvero poco.
  • lucaborg
    lucaborg Asphaltita qualunque
    [psycho::post]ovvero, freedom e liberty sono assolutamente sinonimi
    sono sinonimi ma vengono usati in maniera differente quindi perhce' non dovrebbero contare come due parole separate?
  • [rodolfo::post]Ma che vuol dire? Parli solo di sostantivi? E sono meno di 850? Ma siamo seri dai.


    non so se sono meno di 850 ma certamente meno che in un tabloid.

    [rodolfo::post]è la stesa ragione per cui posso leggere decentemente un testo in middle chinese buddhista dell'VIII sec. mentre sono una capra in mandarino.


    non so, quale e' questa ragione?

    [lucaborg::post]sono sinonimi ma vengono usati in maniera differente quindi perhce' non dovrebbero contare come due parole separate?


    ma infatti SONO parole separate, cristo. come "rubinetto" e "cannella" sono parole separate sebbene in regioni diverse d'italia siano usate per indicare la stessa cosa.
    ma se conti le parole indispensabili per sopravvivere, ti basta sapere quella di uso piu' comune tra le due.
  • ilduca
    ilduca ironia della Sorte
    [psycho::post]non ho MAI usato un vocabolario per capire il senso di una frase scientifica, in tutta la mia vita. invece tale esigenza l'ho avuta per tantissimi anni nel tentare di leggere riviste come il Time.
    questo tendenzialmente capita anche a me, ed è dovuto alla conoscenza dell'argomento trattato. quando leggo rotating field so che sono campi rotanti, e non prati rotanti (letto su di una traduzione, davvero). purtroppo mi manca l'inglese parlato, credo che chi ha questo sia avvantaggiato nelle letture meno tecniche. conosco (in proporzione) più parole del vocabolario tecnico che di quello corrente, ecco l'inghippo.
  • Entropyst
    Entropyst un uomo in saldo
    [psycho::post]ma infatti SONO parole separate, cristo. come "rubinetto" e "cannella" sono parole separate sebbene in regioni diverse d'italia siano usate per indicare la stessa cosa.

    non mi pare. Mentre rubinetto e cannella avrebbero in ipotetico dizionario che comprendesse lingua italiana e dialetti la stessa identica definizione, ciò e' falso per liberty e freedom, che hanno sfumature (e nemmeno tanto sfumature) diverse.

    Che poi cannella mi pare sia anche l'uscita della fontana, senza rubinetto, quindi manco in quel caso sarebbe forse giusto. Direi più "motocicletta" e "ciclomotore", per dire due termini esattamente sovrapponibili.
  • [Entropyst::post]Direi più "motocicletta" e "ciclomotore", per dire due termini esattamente sovrapponibili.

    e sia.
  • GG
    GG ring a ding ding
    modificato 15 settembre 2006
    [rodolfo::post]La prima, detta così, è senza dubbio una cagata (peraltro parente stretta di un pregiudizio sulla lingua inglese abbastanza diffuso). Sulla seconda non voglio esprimermi in maniera definitiva, ma mi pare una cagata doppia. Le spiegazioni che sono seguite sono lodevoli e interessanti ma mi sembra che non cambino la sostanza.
    La prima affermazione *e'* generica e non puo' che essere tale perche', e su questo siamo d'accordo e' una questione di definizioni. La seconda e' forse categorica (meno di 850 forse no) ma e' sicuramente verosimile come ti conferma anche psycho. Se prendi un qualsiasi articolo scientifico e togli i tecnicismi sicuramente ti rimane un numnero di vocaboli diversi bassissimo. Ho fatto un esperimento al volo. Ho preso tre papers di almeno 20 pagine l'uno, li ho copia incollati integralmente in word e contato con una macro il numero di parole diverse suddividendoli per frequenza includendo TUTTO: congiunzioni, termini tecnici (es. nomi di geni) e bibliografia con tutti i nomi e i cognomi degli autori in bibliografia. Paper 1 (americano) 1465 parole diverse, Paper 2 (inglese) 928 parole diverse (!), paper 3 1144.
    Tu non hai idea di che gente si trova ai congressi: gente con inglese da 2 elementare capace di capire cosa viene detto dal palco e incapace di formulare una frase corretta al di fuori dell'ambito scientifico.
    [rodolfo::post]Ma questa è un'idea di una puerilità allarmante. Non è affatto vero. Il tuo cervello memorizza sicuramente un tot di cose, sostanzialmente semantemi, ma si appropria di una morfosintassi e/o di una grammatica.
    [brullo nulla::post]questa è assolutamente un'idiozia. nel momento in cui mi invento un verbo, tipo, "maranzare", posso automaticamente coniugarlo, anche se non ho mai visto prima quel verbo.
    Siete sicuri di cio' che dite prima di tacciarmi di idiota puerile?
    Sapete cos'e' l'effetto frequenza? Che ci sia una separazione nel cervello tra circuiti puramente mnemonici (il bagaglio lessicale) e grammatici e' vero e molto interessante. Interessante soprattutto perche' il circuito grammaticale e' considerato un circuito innato, cioe' i bambini estrapolano le regole grammaticali dalle conversazione che sentono dai genitori, le riconoscono e le assimilano senza che venga loro spiegato e questo e' affascinante. E' anche vero pero' che il cervello fra il processo inverso, almeno in eta' infantile, cioe' memorizza le parole e le usa per estrapolare regole grammaticali. Infatti, le aree corticali deputate a questi due processi sono diversissime. Una e' l'aria frontale del Broca e l'altra e' l'aria temporo parietale del Wernicke. Se una di queste due aree si danneggia si hanno due tipi diversi di afasia: una afasia agrammaticale e una afasia fluente. Nel primo caso non si e tanto capaci di leggere, scrivere o parlare verbi regolari, nel secondo caso verbi irregolari. Ora, in realta' pazienti che soffrono di afasia agrammaticale sono comunque in grado di pronunciare, ricordare, e leggere parole che hanno conosciuto nel tempo con maggior frequenza il che dimostra che il loro cervello *memorizza* quelle parole al pari di tutte le altre. Cio' che questi pazienti non sono ASSOLUTAMENTE in grado di fare e' inventare una nuova coniugazione come io maranzo tu maranzi etc. In pratica la grammatica serve per creare parole nuove ma non per memorizzare quelle vecchie.
    [psycho::post]attenzione pero', credo che gg intendesse dire (e se non intendeva dirlo, be', avrebbe dovuto) che l'inglese ha, ad esempio, tantissime parole relativamente comuni "sdoppiate", a causa della sua storia linguistica travagliata.
    non intendevo esattamente dire quello. Cioe' ci sono tre motivi che ho gia' citato nel post precedente per cui credo il vocabolario inglese INTERO sia cosi' ricco: il primo e' l'attitudine e' la facilita' grammaticale di creare lemmi nuovi: Shakespeare da solo ha creato dal nulla qualcosa come 2000 parole nuove, per dire. Il secondo sono i tecnicismi, dato che l'inglese e' la lingua "mondiale" da ormai quasi un secolo (infatti la crescita dei vocaboli negli ultimi cen'tanni e' stata esponenziale). Il terzo e' se vuoi molto legato ai primi due ed e' quello che citavi tu: il fatto che l'inglese attinga e abbia attinto da greco, latino e germanico in quasi egual misura, cosa che nessun altra lingua (credo) ha fatto.
  • [gg::post] La seconda e' forse categorica (meno di 850 forse no)
    Ti sei detto assolutamente certo, peraltro appoggiandoti all'affermazione precedente (...). Capisco che ora tu stia cercando a tutti i costi argomenti che, in maniera capziosissima, sembrino supportare le tue opinioni, ma è palese che hai parlato a naso. Non è un peccato mortale, basta rendersene conto.
    [gg::post] Ho fatto un esperimento al volo. Ho preso tre papers di almeno 20 pagine l'uno, li ho copia incollati integralmente in word e contato con una macro il numero di parole diverse suddividendoli per frequenza includendo TUTTO: congiunzioni, termini tecnici (es. nomi di geni) e bibliografia con tutti i nomi e i cognomi degli autori in bibliografia. Paper 1 (americano) 1465 parole diverse, Paper 2 (inglese) 928 parole diverse (!), paper 3 1144.
    Ma che esperimento è? Come hai categorizzato i lemmi? Hai confrontato con cosa esattamente? Io ho il sospetto che tu stia continuando a confondere concetti diversi, lessico, parole ecc. Ma non dipendeva dalle definizioni?
    [gg::post] Tu non hai idea di che gente si trova ai congressi
    Lo so guarda, è una vergongna.
    [gg::post]E' anche vero pero' che il cervello [...] ma non per memorizzare quelle vecchie.
    Ma dov'è il punto? Il nesso. Stai facendo un viaggio neurologico quando anche il lettore più disattento si rende conto che la tua affermazione secondo cui per ogni verbo devi imparare sei parole era idiota per la banalissima ragione che - anche secondo la tua simpatica logica - basta imparare sei desinenze per tutti, non sei parole per uno... Hahah!
  • Zarathustra
    modificato 15 settembre 2006
    [maxdanno::post]anal sex made simple:


    Apprendo e divulgo il fatto che nell'islam la penetrazione anale sembra essere proibita
  • GG
    GG ring a ding ding
    modificato 15 settembre 2006
    [rodolfo::post]Ma che esperimento è? Come hai categorizzato i lemmi?
    No, forse non sono stato chiaro. Occorrenze singole di parole. Se avessi categorizzato i lemmi altro che 1500, saremmo scesi a 150.
    Te', l'ho rifatto. Ho preso il paper intitolato "Generalization of Motor Learning Depends on the History of Prior Action" (scelto a caso di nuovo tra quelli che avevo sottomano) e contiene 1600 parole diverse (inclusi tutti i nomi proprio della bibliografia, ripeto). Questa e' la lista.
    [rodolfo::post]basta imparare sei desinenze per tutti, non sei parole per uno
    Rileggi attentamente o dimmi cosa non e' chiaro che lo riscrivo. Le sei parole vengono memorizzate.
  • psycho
    modificato 15 settembre 2006
    gg, ottimo lavoro ma obietto che pero' questo metodo di conteggio e' prono a una obiezione che e' gia' stata fatta: non distingue tra, ad esempio, "get on", "get up", "get in", ecc., che hanno significati diversi e che in altre lingue sono in genere resi con parole (singole) diverse.
  • Psycho, se mi scrivi sulla Wikipedia la voce "Ranzani Mobili" ti pago 500 euro a parola.
  • GG
    GG ring a ding ding
    [psycho::post]non distingue tra, ad esempio, "get on", "get up", "get in", ecc., che hanno significati diversi e che in altre lingue sono in genere resi con parole (singole) diverse.
    e' assolutamente vero, pero' considera che e' soltanto un' analisi fatta al volo quindi dall'altro lato compensa il fatto che siano inclusi tutti i tecnicismi e tutti i nomi citati in bibliografia (che saranno 1/3 del conteggio totale).
  • Maranza
    Maranza sensibilità akbar
    [rodolfo::post]"Give up" e "blow up" sono parole diverse in cui up non è un morfema ma un suffisso che contribuisce direttamente al livello semantico dell'espressione creando un entità discreta (butta nel cesso la parola parola).


    ma è esattamente quello che fanno i germanici, per cui c'è una parola che significa "compressore volumetrico concentrico a manovella", e questa parola è "compressoremanometricoamanovella".

    considerare pezzi di frase come "lemmi" o "unità" è uno sporco trucchetto e non aggiunge nessuna ricchezza alla lingua.

    invece sbaglia Psycho nel pensare che i quasi-sinonimi siano un artifizio per "gonfiare" il conteggio: sono proprio le sfumature a rendere ricca una lingua.
    è rarissimo che in una lingua straniera esistano parole che descrivono qualcosa che non ha neanche un vago corrispondente in italiano (o viceversa).

  • Premesso che non son stata a leggere tutto il thread.

    Stavo per commentare snobisticamente con tazza di orange and cinnamon tea a fianco, quando mi sono ricordata che questa frase
    [psycho::post] Other readers may be young (they may be children) or have learning difficulties. The language is simple, but the ideas don't have to be.

    ritrae piuttosto bene i miei studenti.
    Sigh.

    Questo per spiegare il motivo per cui mentre stamattina buttavo lì con nonchalance il suggerimento a farsi un giro su WP, ho sgamato occhi illuminarsi per la soddisfazione.
    Ora tremo a dovergli correggere le written productions.

    Però è vero. Simple is better. O almeno l'è mèi che gnent.
  • Maranza
    Maranza sensibilità akbar
    [_Hazel_::post]Stavo per commentare snobisticamente con tazza di orange and cinnamon tea a fianco


    che è un po' come se uno volesse commentare snobisticamente la superiorità del dialetto Bergamasco con una pizza alle vongole al suo fianco.

    [_Hazel_::post]nonchalance


    ecco, questa è una parola simpatica e abbastanza intraducibile.
  • Wile
    Wile mezzo maschio alpha
    [maranza::post]
    [_Hazel_::post]nonchalance




    ecco, questa è una parola simpatica e abbastanza intraducibile.

    disinvoltura?
  • [maranza::post]che è un po' come se uno volesse commentare snobisticamente la superiorità del dialetto Bergamasco con una pizza alle vongole al suo fianco.


    buona la pizza con le vongole
    mi mancavano le tue ardite passeggiate logiche marà

    [maranza::post]simpatica

    si grazie in effetti son molto simpatica
  • GG
    GG ring a ding ding
    [maranza::post]è rarissimo che in una lingua straniera esistano parole che descrivono qualcosa che non ha neanche un vago corrispondente in italiano
    tra le rarita' segnalo Schadenfreude che in tedesco indica quella gioia che provi quando a qualcuno che ti sta sul culo succede qualcosa di brutto. Che concetto cattivo che solo i crucchi potevano avere!
  • Maranza
    Maranza sensibilità akbar
    [_Hazel_::post]mi mancavano le tue ardite passeggiate logiche marà


    ma no, era per dire che a Londra non crescono né le arance né il té.
    e suppongo che non cresca neanche i cinnamomo.
    per cui era interessante l'idea che la pretesa superiorità anglosassone dipendesse esclusivamente dalle importazioni di parole come "grand" o simili.

    per restare all'interno dell'Impero: nel dizionario inglese esiste la parola "crore", che significa "dieci milioni" ed è utilizzata esclusivamente in India.

    ve lo dico perché se vi capita (come a me) di dover fare i preventivi per l'India, dovete dare il prezzo in crorerupie.
  • brullo nulla
    brullo nulla vieni qui che ti faccio l'amore degli uomini
    [ilduca::post]quando leggo rotating field so che sono campi rotanti, e non prati rotanti (letto su di una traduzione, davvero).


    ROTFL

    [gg::post]Ora, in realta' pazienti che soffrono di afasia agrammaticale sono comunque in grado di pronunciare, ricordare, e leggere parole che hanno conosciuto nel tempo con maggior frequenza il che dimostra che il loro cervello *memorizza* quelle parole al pari di tutte le altre. Cio' che questi pazienti non sono ASSOLUTAMENTE in grado di fare e' inventare una nuova coniugazione come io maranzo tu maranzi etc. In pratica la grammatica serve per creare parole nuove ma non per memorizzare quelle vecchie.


    no.
    quello che hai detto è che in pratica, chi soffre di afasia agrammaticale è costretto per sopravvivere a impararsi le parole una per una (o a tirarle fuori dalla memoria), metre le persone normali utilizzano la grammatica spontaneamente.
  • [_Hazel_::post]Però è vero. Simple is better. O almeno l'è mèi che gnent.
    Immagino che tu ritenga (a ragione) i tuoi studenti dei lobotomizzati. Ma non credo che limitare il numero di vocaboli sia la strada giusta per semplificare le spiegazioni e quindi migliorare* l'apprendimento, ritengo che illustrare con esempi calzanti, cioe' riuscire a fare "vedere" i concetti, sia una strada molto piu' efficae nell'insegnamento.

    Non c'e' il rischio, accettando la scusa della difficolta di apprendimento**, di ritenere tutti degli idioti e non faticare piu' per spiegare ma di far apprendere il minimo necessario?

    *(inteso come riuscito trasferimento del concetto)
    **qualora non sia di origine fisica o di checazzonesoio
  • [_Hazel_::post][psycho::post] Other readers may be young (they may be children) or have learning difficulties. The language is simple, but the ideas don't have to be.

    ritrae piuttosto bene i miei studenti.
    Sigh.


    pero' dice "the ideas don't have to be". a me fa pensare anche a un cinese intelligentissimo ma che ha difficolta' a imparare l'inglese: e' tagliato fuori da qualunque discorso complesso espresso con parole evolute. esprimere un concetto complesso con parole semplici e' enormemente piu' faticoso da parte dello scrivente (le parole "complicate" spesso nascono proprio dall'esigenza di sintesi) ma aiuta tantissimo questo tipo di persone (che, appunto ad esempio in asia, saranno tante).

    [gg::post]tra le rarita' segnalo Schadenfreude che in tedesco indica quella gioia che provi quando a qualcuno che ti sta sul culo succede qualcosa di brutto.


    in inglese si dice TEH PWNAGE.
  • Rodolfo
    modificato 15 settembre 2006
    [gg::post] No, forse non sono stato chiaro. Occorrenze singole di parole. Se avessi categorizzato i lemmi altro che 1500, saremmo scesi a 150.
    Te', l'ho rifatto. Ho preso il paper intitolato "Generalization of Motor Learning Depends on the History of Prior Action" (scelto a caso di nuovo tra quelli che avevo sottomano) e contiene 1600 parole diverse (inclusi tutti i nomi proprio della bibliografia, ripeto). Questa e' la lista.
    Che - cosa - dimostra? Che - cosa - vuol - dire?
    [gg::post] Rileggi attentamente o dimmi cosa non e' chiaro che lo riscrivo. Le sei parole vengono memorizzate.
    gg, ora capisco che fin dal principio non hai capito il problema di fondo. Ed è chiaro perché se avessi saputo esattamente cosa dire non ti saresti difeso in prima battuta riportando argomenti che non solo non c'entrano una mazza (neologismi, prestiti che peraltro abbondano in ogni lingua europea ecc.) ma addirittura suggeriscono la soluzione all'equivoco, che infatti riguarda solo le definizioni. In realtà il problema che poni secondo cui ci sarebbero lingue "povere" o "ricche" è un po' come la teoria secondo cui esisterebbero lingue "facili" e "difficili": non ha nessuna consistenza oggettiva (al massimo, cum grano salis, riguarda l'ambito comparativo o didattico, per ipotesi: i turchi fanno tipicamente più fatica ad imparare l'inglese dei tedeschi, ma non c'entra nulla).

    La storia della memorizzazione delle varianti grammaticali, sulla quale tra l'altro ti consiglio di essere molto più cauto se sei una persona seria, non ha comunque una relazione significativa col problema. Anzi, se fosse vero e se questo rapresentasse un ostacolo di qualsivoglia natura, sarebbe l'italiano ad essere il migliore candidato per la povertà lessicale, visto che i "cluster" di un parlante sarebbero prevalentemente occupati da inutili varianti grammaticali. Il problema è che questa è una cazzata inusitata, veramente da Oscar. Il fatto che esistano scorciatoie neurologiche mnemoniche nell'uso del linguaggio è possibile ed anzi probabile (in realtà noi ripetiamo intere espressioni come pappagalli, altro che parole) ma questo non annulla affatto il vaglio continuo di altre strutture mentali, come l'abilità espressiva/grammaticale ecc. che anzi agiscono continuamente e creativamente (su questa linea ti consiglio di sfogliare in futuro qualche libro dell'eccentrico ebreo americano).
    In breve: il ragionamento dei cluster non ci è di nessuna utilità e non prova nulla, perchè in ogni caso il cervello non colloca queste informazioni in una griglia simile ad una RAM, cioè senza gerarchie limitandosi a prendere nota di dove le informazioni si trovano. Sappiamo per semplice osservazione che ogni lingua sviluppa comunque - nella forma viva e "praticata" - tutta l'efficacia e la varietà di cui c'è bisogno. Quindi, almeno ai fini del discorso, che ci frega del contenuto della scatola nera? E infine la cosa più ovvia: comunque siano memorizzate le espressioni nel cervello, le lingue presentano stratagemmi diversi per risolvere gli stessi problemi. Ciò è sommamente evidente per le lingue di culture ormai vicine e "globalizzate". Non ti è mai venuto il dubbio che la formula fusiva e sintetica dell'italiano - che nel caso della morfologia verbale può esprimere numero, genere, tempo e aspetto in quella che tu definiresti "una sola parola" - risparmi molte costruzioni e perifrasi che un parlante di una lingua sempre più analitica come l'inglese è costretto a fare? Si, è una questione di definizioni. E l'inglese o qualunque lingua non è più facile o più difficile a seconda di quanti vocaboli utilizzi secondo un criterio per natura arbitrario.
  • [maranza::post]ma no, era per dire che a Londra non crescono né le arance né il té.


    ecco, vedi a non poter usare le faccine su asph.
    scherzavo, tesò.
    (è buona, la cinnamono eh!)

    [squeakthemouse::post]Immagino che tu ritenga (a ragione) i tuoi studenti dei lobotomizzati.


    No, frena, lungi da me. Non resisterei, a lavorarci ogni giorno.
    Fanno gli stupidi, ma non li sono. Si lasciano lobotomizzare, ma in modo reversibile. E' che è faticoso, si.

    [squeakthemouse::post]Ma non credo che limitare il numero di vocaboli sia la strada giusta per semplificare le spiegazioni e quindi migliorare

    Esatto, non lo è. E' da loro che devo/dovrei accettare espressione e produzione di testi, commenti, opinioni formulati in simple english. Li incoraggio a esprimersi in modo semplice, a frasi brevi e corrette, senza ricercare vocaboli assurdi: risultato, riuscire a parlare, o scrivere, in modo più scorrevole possibile, far nascere idee da idee. Il risultato è il senso di successo ("Oh fiiiga ci riesco anche io a parlare inglese ehh!!), il rischio è a lingo andare la povertà di contenuti. Ecco perchè ho detto devo/dovrei.

    [squeakthemouse::post]Non c'e' il rischio, accettando la scusa della difficolta di apprendimento**, di ritenere tutti degli idioti e non faticare piu' per spiegare ma di far apprendere il minimo necessario?

    La prossima settimana proviamo a proporre al collegio docenti l'inserimento dei moduli di livello almeno in prima: classi divise in gruppi, test di ingresso, attribuzione di livello, insegnamento specifico con obiettivi mirati.
    Sarà una fatica immane. Ma bisogna che una soluzione la troviamo. Accade sempre più spesso ciò che dici tu, che il livello rimane ai minimi standard accessibile a tutti. Una situazione penosa, si.

    [psycho::post]esprimere un concetto complesso con parole semplici e' enormemente piu' faticoso da parte dello scrivente (le parole "complicate" spesso nascono proprio dall'esigenza di sintesi) ma aiuta tantissimo questo tipo di persone (che, appunto ad esempio in asia, saranno tante).

    Mi trovi totalmente d'accordo con te.
  • Wile
    Wile mezzo maschio alpha
    [rodolfo::post]In ogni caso, sappiamo per semplice osservazione che ogni lingua sviluppa comunque - nella forma viva e "praticata" - tutta l'efficacia, la varietà di cui c'è bisogno.

    interessante. ne deriverebbe però che le lingue di società più complesse sono anch'esse più sofisticate, perché devono essere in grado di esprimere una pluralità più ampia di concetti, e non sono certo che sia così.
  • [rodolfo::post](su questa linea ti consiglio di sfogliare in futuro qualche libro dell'eccentrico ebreo americano).


    parli di chomsky o di...?


    [_Hazel_::post](è buona, la cinnamono eh!)


    scusate l'ignoranza, ma il cinnamomo non e' la cannella?
    oppure quella che gli inglesi chiamano cinnamomum e' la cannella e il cinnamomo in italiano e' una cosa diversa? (cioe' insomma, sono false friends, oppure cinnamomo e' il termine desueto per cannella?)

    [_Hazel_::post]Il risultato è il senso di successo ("Oh fiiiga ci riesco anche io a parlare inglese ehh!!),


    scusa, non ti seguo.
    non dovrebbe essere una cosa buona?
    io, se nel tentare di apprendere qualcosa mi trovo davanti a una enorme difficolta', mi posso scoraggiare e rinunciarci, mentre se ho la gratificazione di iniziare quantomeno ad avere gli strumenti di base sono contento e motivato a continuare.
    poi, penso che se 98 su 100 si accontentano di parlare un "simple english", 1 non ce la fa neanche ad arrivare a quello e 1 solo arriva a parlare un inglese evoluto, sia piu' un successo questo che non 10 che parlano un inglese evoluto e 90 che non imparano nemmeno il simple english perche' si sono arresi prima. quando si tratta di cultura di base, la societa' ha piu' benefici dall'innalzamento della media che dai benefici per i soli migliori.
  • Rodolfo
    modificato 15 settembre 2006
    [maranza::post] considerare pezzi di frase come "lemmi" o "unità" è uno sporco trucchetto e non aggiunge nessuna ricchezza alla lingua.
    Ma infatti il problema è più fantasioso che reale. La mia ragazza studia tedesco e ho avuto modo di sfogliare molti dizionari, in genere si trovano solo i composti più invalsi, oppure si specifica che la parola concorre a formare molte espressioni di cui si forniscono esempi rappresentativi ed eloquenti.

    Esattamente come in giapponese, che essendo costituito da molte unità lessicali invariabili permette - in una certa misura - la creazione vocaboli abbastanza effimeri. Ovviamente non "unici" ma certamente molto rari. Succede anche coi verbi. Il mio dizionario monolingua riporta kogida[su] cioè: "prendere il mare con la forza dei remi" (immagina: remar-usc[ire]) ma altri dizionari non lo riportano. Il kokugo jiten (mi pare 11 tomi) che usavo in Giappone invece riportava espressioni assolutamente inusitate e particolari, veramente da lollare.