Turi La Merda ed Il Regno del Terrore
Commenti
-
a scuola, la prima vittima è l'innocenza.
-
Lol
-
Io una volta sono stato quello che si è preso la sputazza in testa dall'alto e sono salito a corcare di botte il tizio alla finestra.
-
[maffa::post] A me chiamavano Saddu. Di per se cosa c'è di insultante in questo? Niente, se non sai di cosa si sta parlando, se non si capisce il contesto di derisione che si crea attorno.
quello che dici suonerebbe ovvio nella maggior parte dei consessi umani ma purtroppo qui e' l'asphalto, dove se anche se ti avessero chiamato "La Merda" qualcuno sosterrebbe che non si capisce di che ti lamenti visto che e' un termine neutro, e che quando erano piccoli la parola merda indicava semplicemente le deiezioni.[maffa::post]ah beh una delle cose che probabilmente contribuirono alla mia sottomissione è che mia madre era convinta che la mia famiglia fosse povera e mi costringeva a mettermi i vestiti dei miei zii: pantaloni di velluto a coste, pantaloni a zampa d'elefante, camice con i fiori, roba dei primi anni 70 che probabilmente si mettevano per andare a ballare ma mia madre, ignorante come una pietra, non sapeva gestire. gli altri invece esibivano gli ultimi strascichi di paninarismo, con il beta di cui sopra che si vantava di aver speso ventimilalire per tre paia di calzini di spugna con su scritto "best company".
la cosa bella è che non eravano per nient poveri, mio padre si spaccava si la schiena in fabbrica, ma faceva i turni e portava a casa, ai tempi, ben più di un milione al mese. in casa avevamo due computer (siamo sempre negli anni 80), un videoregistratore a due testine che solo lui costava un milione, macchine fotografiche e ottiche e attrezzature valrie che superavano abbondantemente i 5-6 milioni di valore, e non so quante canne da pesca e attrezzature varie che non so quantificare, per tralasciare tutti gli attrezzi di lavoro e fai da te di mio padre. Solo che lei era convinta fossimo dei morti di fame, faceva la cresta sulla spesa, mi tagliava i capelli come un coglione, e mi mandava vestito in giro come tury manero.
idem con patate.
pero' a un certo punto ho cominciato a intuire che avevamo risorse economiche molto maggiori rispetto alle famiglie di quelli che mi chiamavano "pezzente" e vestivano solo di marca e di cui sapevo che vivevano in tuguri e avevano genitori con mestieri di basso status. pero' ero gia' convinto che si dovesse solidarizzare con i poveri e quindi vivevo questo dramma costante, che avrei voluto spazzarli via con la (amara per loro) Verita', ma mi sarei sentito talmente sporco che alla fine subivo l'umiliazione zitto zitto, e interiormente rosicavo.[hubrys::post]peraltro adesso mi fate ricordare che tempo (ma si tratta di qualche mese eh) fa fui invitato a una festa di compleanno e non conoscevo bene la casa del festeggiato, e sbagliai casa confuso dal buio, vidi delle luci di un soggiorno ed entrai e c'era tutta gente sconosciuta e pensai che era quella la festa (io conoscevo solo il festeggiato) e tutti mi guardavano strano, finchè venne il padrone di casa che era IL LUPO ALFA.
mi disse uei ciao hubrys che cazzo ci fai qui?
eh niente, cercavo tizio ma mi sa che ho sbagliato festa
eh, sì abita nella casa vicino
...
...
(eravamo una decina di persone tutti con l'espression "...")
beh allora ciao
e insomma mi è venuto un mente che potevo picchiarlo.
avresti dovuto. -
Uno status di R0b3rt0 R3cch1on1, controverso autore di Orfani e redattore di Dylan Dog, dove si fa sociologia da bar sul bullismo. Al netto del vittimismo e della retorica sgrammaticata, condivido il senso.
Allora, facciamo degli esempi concreti, ok? Io sono del '74. Ho frequentato scuole normali e pubbliche in quartieri di periferia più o meno degradati. Sono malato da quando ho cinque anni, sono sempre stato secco come un chiodo, in certi periodi sono stato giallo come un limone, in altri bianco come un lenzuolo. Mi sono sempre piaciuti i fumetti, i cartoni animati, la fantascienza, i western, i fantasy. Ho sempre seguito blandamente il calcio. Non ho mai saputo dare un calcio a un pallone e per quanto mi sia impegnato negli sport più disparati e fatto una serie di attività assurde, non ho mai brillato in nessuna di esse. Mia madre è sempre stata simpatica e apprensiva, mio padre sempre assente. Sono stato, in sostanza, la vittima perfetta per il bullismo e così è stato. Alle medie sono stato sfottuto e malmenato ogni fottuto giorno da un ragazzetto che poi, quando non c'erano gli altri attorno, mi invitava a casa sua per giocare ai videogiochi. I primi due anni del liceo non sono andati meglio. Al terzo mi sono svegliato e ho applicato la logica sociale della sopravvivenza, diventando io il bullo di quelli ancora più sfigati di me. Sono stato un bullo eccellente e ho fatto cose peggiori di quelle che avevo ricevuto fino a quel punto. E tutto questo è NORMALE nella vita di un adolescente. Era normale nei miei anni ed è normale oggi. Quello che è cambiato tra allora e oggi è che adesso ci sono i cellulari e i social e che delle mostruosità che gli adolescenti si fanno e si dicono, oggi resta una traccia che gli adulti possono vedere e di cui si possono indignare perché hanno deciso, in maniera ipocrita, di scordarsi di cosa hanno subito o fatto quando erano adolescenti pure loro. Gli insulti sui social non è cyberbullismo. Bullismo è infilare un beccuccio dell'aria compressa nelle chiappe di un compagno e procurargli lesioni reali. Quello che i giornali e le associazione di genitori chiamano cyberbullismo si chiama adolescenza.
-
scotto
forse anche il cognome ha contribuito -
Questo 3d mi esplode addosso come un airbag ritardatario dopo l'incidente.
-
a me ha colpito di più questo scambio:
psycho::1664298
dove sembra che nessuno dei due abbia pensato che i loro genitori si comportassero in quel modo per difenderli dall'invidia e dalla rapina dei loro coetanei ferali.[maffa::post]ah beh una delle cose che probabilmente contribuirono alla mia sottomissione è che mia madre era convinta che la mia famiglia fosse povera e mi costringeva a mettermi i vestiti dei miei zii: pantaloni di velluto a coste, pantaloni a zampa d'elefante, camice con i fiori, roba dei primi anni 70 che probabilmente si mettevano per andare a ballare ma mia madre, ignorante come una pietra, non sapeva gestire. gli altri invece esibivano gli ultimi strascichi di paninarismo, con il beta di cui sopra che si vantava di aver speso ventimilalire per tre paia di calzini di spugna con su scritto "best company".
la cosa bella è che non eravano per nient poveri, mio padre si spaccava si la schiena in fabbrica, ma faceva i turni e portava a casa, ai tempi, ben più di un milione al mese. in casa avevamo due computer (siamo sempre negli anni 80), un videoregistratore a due testine che solo lui costava un milione, macchine fotografiche e ottiche e attrezzature valrie che superavano abbondantemente i 5-6 milioni di valore, e non so quante canne da pesca e attrezzature varie che non so quantificare, per tralasciare tutti gli attrezzi di lavoro e fai da te di mio padre. Solo che lei era convinta fossimo dei morti di fame, faceva la cresta sulla spesa, mi tagliava i capelli come un coglione, e mi mandava vestito in giro come tury manero.
idem con patate.
pero' a un certo punto ho cominciato a intuire che avevamo risorse economiche molto maggiori rispetto alle famiglie di quelli che mi chiamavano "pezzente" e vestivano solo di marca e di cui sapevo che vivevano in tuguri e avevano genitori con mestieri di basso status. pero' ero gia' convinto che si dovesse solidarizzare con i poveri e quindi vivevo questo dramma costante, che avrei voluto spazzarli via con la (amara per loro) Verita', ma mi sarei sentito talmente sporco che alla fine subivo l'umiliazione zitto zitto, e interiormente rosicavo.
A proposito, sembra anche a voi che il dibattito "scuola pubblica sì/no" abbia sostituito quello sul "servizio militare sì/no" o sono solo io che invecchio? -
a me sembrano entrambi vecchi, anche se so bene che sei immortale (tranquillo)
-
immortale ma di umili origini, mi sa che a me sembra nuovo perché sino ad ora non frequentavo la vostra cerchia (quella dei magnaschei).
-
L'ordacqua potrebbe essere l'intelligenza artificiale che vorremmo avere (no queste minchiate spaventose che fanno vedere agli smau). In confidenza, è forte il sospetto che lo sia davvero: brillante, discreto, simpatico (di umorismo talvolta incomprensibile, altre volte geniale); ce lo immaginiamo benissimo incorporeo, epifenomeno elettronico; può attingere a una vasta memoria, è in continuo apprendimento grazie agli algoritmi profondi di ultima generazione e sembra quasi che li perfezioni lui (esso?) medesimo.
-
rare volte ho letto insulto più elaborato e infamante
-
Ho scordato: è anche ubiquo, sempre a disposizione, di cortesia squisita. Non di meno scatena senza pietà il potere tremendo del Metatrone, escutore impeccabile della giustizia. O è forse l'Iddio in incognito di cui oggi si ricorda la morte al palo?
-
comunque la sua ipotesi e' affascinante ma non quanto quella che volessero risparmiare riciclando vecchi pantaloni a zampa d'elefante (nel mio caso ereditati da fratelli maggiori nati molto prima.)
-
No text
-
Suvvia, non sono che un servo dei servi e sopratutto totally not a robot