I film (di astronavi) del 2014
Commenti
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esatto, in un certo senso. e non è il caso dei nostri, letteralmente.
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A Most Violent Year, Miller 2014 [action] [crime] [drama]
un film ben fatto e che in definitiva consiglio, sebbene non riesca a strapparmi più di una sufficienza. è un film secondo me rimasto vittima del suo concept, concretizzatosi con alti e bassi. prima le cattive notizie: è troppo lento per la storia che racconta, anch'essa non delle più elaborate. la semplicità a volte paga ma deve essere controbilanciata da interpretazioni all'altezza, da intensità o dal valore simbolico della vicenda. tre cose che il regista ha cercato di portare a casa riuscendovi solo in parte. anche il filtro vintage 1980 che è stato applicato con troppa generosità sull'intiera pellicola alla fine non è d'aiuto. le buone notizie: oscar isaac è veramente bravo (decisamente il più bravo) e riesce a dare spessore e credibilità ad un protagonista che sulla carta incuriosirebbe molto meno. un po' meno brava la chastain, forse non favorita da un ruolo un po' schizofrenico: ci si aspetta il peggio da un momento all'altro e invece boh. tutti gli altri personaggi sono interpretati in maniera dignitosa ma un po' stereotipata. ci sono comunque scene molto buone che non cito perché spoilererei. -
Qcq
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LOST RIVER (2014) Ryan Gosling
se non mi inganno non è stata ancora commentata qui l'opera prima di gosling, qui in veste di autore, sceneggiatore e regista. il film desta curiosità a partire dal packaging. musica e lettering introducono all'opera in modo accattivante. si ha la netta sensazione che gosling si sia preparato parecchio prima di buttarsi in una iniziativa registica ad alto rischio di sputtanamento e lo sforzo in effetti paga, fino ad un certo punto. l'ambientazione è distopica e ricorda in qualche modo gilliam, senza però alcun cenno a fantascienza o simili. fotografia e luoghi sono interessanti, così come sarebbe anche lodevole il tentativo di inserire attori non professionisti di tanto in tanto. evitando una sinossi vera e propria, mi limito a dire che la storia, pur evocativa, è troppo povera e non all'altezza delle premesse. anche le sfumature psicomagiche sono informate da un simbolismo troppo ingenuo e manicheo. il palese minimalismo stilistico non giustifica questa mancanza, cosicché il film perde forza mano a mano che l'azione si fa più chiara. anche la musica non sarebbe male, se non venisse utilizzata in modo un po' scontato e se non ricordasse troppo da vicino le sonorità di drive (viene il tragico dubbio che gosling abbia voluto rievocare di sfuggita l'opera che lo ha portato alla ribalta). queste circostanze ne fanno un'opera immatura, che non guadagna la sufficienza (voto 5). -
preciso che per motivi personali ho apprezzato parecchio un paio di metafore a partire dallo stesso "lost river" ma ho il buon gusto di non farmi influenzare da questi dettagli quando redigo una recensione.
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Son of a Gun, Avery 2014
http://www.imdb.com/title/tt2452200/
mai visto fino ad oggi. a buon intenditor poche parole: un film che non fa cagare. l'opera miscela bene volti noti (ewan mcgregorio) - di cui svela qualche espressione inedita - e volti nuovi (thwaites) o quasi (la vikander). un'altra qualità del film è che riesce nel tentativo di narrare quella che considero una quasi-favola, con personaggi più o meno vicini ai loro stereotipi (specie nel genere crime) ricontestualizzandola in un'ambientazione di tipo realistico, con un grado decente di sospensione dell'incredulità. in definitiva il film è ben recitato e diretto. la narrazione è equilibrata: riesce a contenere ben due episodi e un epilogo senza rinunciare a una caratterizzazione dei personaggi che si sviluppa per cumulazione. ottima la vikander in un ruolo chiave ma secondario, finalmente non in versione brava ragazza. alcune svolte sono ingenue in sostanza, ma ben implementate senza troppi flashback e altri vizi che nell'ultimo decennio hanno rotto il cazzo. nulla comunque si rivela perfettamente prevedibile e il film ci risparmia una bottom line moralistica che nella prima parte pare incombere. non un film spesso, ma divertente. si merita un sei abbondante. -
rodolfo::1757459
http://www.imdb.com/title/tt2452200/
mai visto fino ad oggi. a buon intenditor poche parole: un film che fa cagare. l'opera miscela bene culi noti - di cui svela qualche espressione inedita - e culi nuovi o quasi. un'altra qualità del film è che riesce nel tentativo di inculare quella che considero una quasi-favola, con personaggi più o meno frocini ai loro stereotipi (specie nel genere crime) inchiappettandola in un'ambientazione di tipo realistico, con un grado decente di sospensorio della frocità. in definitiva il cazzo è ben duro e retto. la inculazione è equilibrata: riesce a contenere ben due cazzi e un epilogo senza rinunciare a una caratterizzazione dei personaggi che si sviluppa per sborrazione. ottima la vikander in un ruolo chiavato ma secondario, finalmente non in versione brava ragazza. alcune sveltine sono ingenue in sostanza, ma ben inclulate senza troppi flashback e altri vizi che nell'ultimo decennio hanno rotto il culo. nulla comunque si rivela perfettamente prevedibile e il film ci risparmia un bocchino moralistico che nella prima parte pare inculare. non un cazzo spesso, ma divertente. si merita un sesta abbondante. -
It follows, Mitchell 2014
un altro film inaspettato. la mia lieve (ma non categorica) refrattarietà all'horror, che purtroppo per vizi storici è un genere tempestato di cacarella, mi ha tenuto lontano per un po' da questo lavoro che risulta invece ben concepito, ben girato, con una certa personalità che lo tiene in piedi incredibilmente dall'inizio alla fine. è evidente l'ispirazione - se non, in qualche dettaglio, il tributo - ai grandi cult americani del genere (a cavallo tra 70/80). il nucleo della storia è il topos immortale del conflitto tra sessualità e senso di colpa, tra adolescenza e mondo adulto, qui però declinato in maniera molto più espressiva grazie a punte di iperrealismo (che di sfuggita ricordano van sant) al servizio di un'opera che nel complesso è simbolistica. ottima, o quantomeno ben diretta, l'interpretazione di maika monroe che evidentemente prima di indipendece day aveva fatto anche qualcosa di buono. la musica e la fotografia sono di qualità e incorniciano un film assolutamente contemporaneo, anche nella sua apparente incollocabilità temporale (abilmente costruita: non si capisce mai del tutto se si svolge ieri o nel 1989). film pienamente sufficiente, bella scoperta. -
rodolfo::1763914
film pienamente sufficiente -
no per nulla e le contestazioni, specie se argomentate da mongoli, mi areano il perineo dandomi fresco e diffuso piacere
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quanto sono mongolo da uno a dieci?
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come ogodei
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rodolfo::1763914
It Follows si fonda concettualmente una metafora, ma evita la trappola di un meccanicismo riduzionista proprio in virtù della narrazione di cui hai ben colto l'iperrealismo.
il nucleo della storia è il topos immortale del conflitto tra sessualità e senso di colpa, tra adolescenza e mondo adulto, qui però declinato in maniera molto più espressiva grazie a punte di iperrealismo (che di sfuggita ricordano van sant) al servizio di un'opera che nel complesso è simbolistica.rodolfo::1763914
È un esempio di derivativo soddisfacente, in grado di arricchire l'opera anziché banalizzarla in una semplice rimasticazione.
è evidente l'ispirazione - se non, in qualche dettaglio, il tributo - ai grandi cult americani del genere (a cavallo tra 70/80).rodolfo::1763914
Sembrerebbe un'ucronia, dove non esiste internet ma la gente usa degli e-reader a forma di cozza.
anche nella sua apparente incollocabilità temporale (abilmente costruita: non si capisce mai del tutto se si svolge ieri o nel 1989)rodolfo::1763914
Osta ad una valutazione più generosa la costruzione di alcune sequenze (prima tra tutte il rendez-vous in piscina) che sembrano organizzate per raggiungere l'effettone scenico in maniera volutamente artificiosa.
film pienamente sufficiente, bella scoperta. -
Sulle orme di Rodolfo - 2014 edition
rodolfo::1747359The Homesman, Tommy Lee Jones (2014)
I problemi di the homesman sono nella scrittura più che nella recitazione o nella regia: il cast è ricchissimo anche nelle parti minori, e la mano di TLJones risulta sicura e solida, calcolando anche che l'uomo dirige ormai da più di dieci anni e ha rimesso in piedi il genere neo-western.
per quanto tommy lee sia ben inserito in un circolo virtuoso le sue carenze da regista secondo me si fanno notare, non favorite da un cast disomogeneo formato da pesci grossi (bravi) e comprimari non tanto all'altezza. mi ha fatto piacere rivedere la swank in una parte che che le rende giustizia, anche se recitata un po' scolasticamente.
Malgrado, o in ragione dell'origine letteraria, la narrazione soffre infatti di incertezze, come le tre mattacchione (fra le quali vince facile Miranda Otto) all'inizio approfondite, successivamente trattate come una sorta di macguffin umano. La parabola del rinnegato, pur di per sé non banale, diventa a circa metà film abbastanza prevedibile. A margine mi ha fatto storcere il naso come l'episodio dell'albergo rimanga sostanzialmente privo di conseguenze, mentre invece la vendetta degli scagnozzi ben avrebbe potuto funzionare come motivo per il precipitoso ritorno del protagonista a casa, senza bisogno di doversi inventare il fallimento della banca rurale.
The homesman guadagna comunque un'ampia sufficienza, nella sua fondamentale onestà di voler raccontare la durezza della vita di frontiera,
tanto che la discesa della follia delle tre donne ci sembra quasi una scelta razionale. La solitudine e la desertificazione morale non vengono superate neppure dal sense of wonder del viaggio, come ad esempio avveniva in The Searchers.rodolfo::1756504LOST RIVER (2014) Ryan Gosling
Concordo. Gosling si balocca con stilemi che spaziano dall'iperrealismo ai neon con le luci colorate, senza tuttavia trovare una propria lingua. Oltre ad essere di per sé abbastanza esile, la narrazione manca di approfondire personaggi secondari, come christina hendricks, il direttore di banca, Eva Mendes, che invece sarebbero stati interessanti nella loro ambiguità. A ciò aggiungasi una scrittura che vorrebbe essere allusiva e risulta invece didascalica.
evitando una sinossi vera e propria, mi limito a dire che la storia, pur evocativa, è troppo povera e non all'altezza delle premesse. anche le sfumature psicomagiche sono informate da un simbolismo troppo ingenuo e manicheo. il palese minimalismo stilistico non giustifica questa mancanza, cosicché il film perde forza mano a mano che l'azione si fa più chiara.
Per me è un 4 secco. -
gonzokampf::1764498
vero
successivamente trattate come una sorta di macguffin umanogonzokampf::1764498
e ciò è abbastanza coraggioso
La solitudine e la desertificazione morale non vengono superate neppure dal sense of wonder del viaggiogonzokampf::1764498
si. tra l'altro abbiamo qui il già citato ben mendelsohn, secondo me un attore in realtà valido che però anche qui poteva essere esplorato meglio (e invece continua ad essere strumentalizzato per il suo talento da villain, che però non esaurisce le sue capacità).
che invece sarebbero stati interessanti nella loro ambiguità.gonzokampf::1764498
lo capisco. un voto basso del genere mi ha tentato soprattutto alla luce delle non poche pretese del film. ho condonato però altri sforzi, non davvero coraggiosi ma quantomeno funzionali a questa piccola parabola (perché non è nulla di più).
Per me è un 4 secco. -
gonzokampf::1764498
rodolfo::1747359The Homesman, Tommy Lee Jones (2014)
per quanto tommy lee sia ben inserito in un circolo virtuoso le sue carenze da regista secondo me si fanno notare, non favorite da un cast disomogeneo formato da pesci grossi (bravi) e comprimari non tanto all'altezza. mi ha fatto piacere rivedere la swank in una parte che che le rende giustizia, anche se recitata un po' scolasticamente.
I problemi di the homesman sono nella scrittura più che nella recitazione o nella regia: il cast è ricchissimo anche nelle parti minori, e la mano di TLJones risulta sicura e solida, calcolando anche che l'uomo dirige ormai da più di dieci anni e ha rimesso in piedi il genere neo-western.
Malgrado, o in ragione dell'origine letteraria, la narrazione soffre infatti di incertezze, come le tre mattacchione (fra le quali vince facile Miranda Otto) all'inizio approfondite, successivamente trattate come una sorta di macguffin umano. La parabola del rinnegato, pur di per sé non banale, diventa a circa metà film abbastanza prevedibile. A margine mi ha fatto storcere il naso come l'episodio dell'albergo rimanga sostanzialmente privo di conseguenze, mentre invece la vendetta degli scagnozzi ben avrebbe potuto funzionare come motivo per il precipitoso ritorno del protagonista a casa, senza bisogno di doversi inventare il fallimento della banca rurale.
The homesman guadagna comunque un'ampia sufficienza, nella sua fondamentale onestà di voler raccontare la durezza della vita di frontiera,
tanto che la discesa della follia delle tre donne ci sembra quasi una scelta razionale. La solitudine e la desertificazione morale non vengono superate neppure dal sense of wonder del viaggio, come ad esempio avveniva in The Searchers
Filmone in cui non trovo le debolezze che descrivete. Le caratterizzazioni sono brillanti, mai didascaliche e la scelta di staccarsi dai collaudati schemi delle narrazioni cinematografiche viene portata avanti con successo grazie a una brillante scrittura delle singole scene: immaginifiche, essenziali e taglienti. (In opere di questo tipo qualsiasi commento rischia di diventare uno spoiler.) Su giudizio oggettivo merita un settemmezzo, ma il mio voto è più alto perchè ho un debole per l'estetica western e per le storie che si diradano fino a scomparire -- le uniche che possono veramente catturare la partecipazione dello spettatore e lasciare una traccia, non avendo l'arroganza di prendere il pulpito per raccontare un gran pippone. A latere, impressiona che T.L.J., quest'anno ne fa 71, ancora abbia voglia di saltellare qua e là davanti alla cinepresa. -
glugluglu::1764766
ma il mio voto è più alto perchè ho un debole per l'estetica western
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esattamente
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scotto
volevo andare a vedere valerian e la città di stocazzo perché la ragazzetta mi fa indurire malamente ma ormai da vent'anni i film di besson fanno cagare e ho anche letto delle recensioni feroci. in particolare gli americani sembrano deliziati dall'idea che il film sia una merda e faccia floppone. -
the judge - dobkin, 2014
https://www.imdb.com/title/tt1872194/
devo affibbiare la sufficienza a questo film da cui non mi aspettavo molto anche perché è una vera gimcana tra stereotipi cinematografici statunitensi a proposito di successo, famiglia, città, provincia. epperò le prestazioni di downey, duvalle, thornton, farmiga, vanno dal così così al riuscito. la storia stessa non può dirsi imprevedibile nella parabola emotiva, ma non è banale negli episodi che la costellano, in alcuni casi ben concepiti. è, diciamo, un film di buoni sentimenti, ma è un'opera dolce amara che riesce a non eccedere come oggi di norma accade. certo a downey hanno rifilato un tipo di personaggio che lui sa fare bene: l'uomo di successo dalla risposta pronta, benestante, piacente. anche duvall del resto è un grade vecchio, burbero ecc. ma la vicenda svela alcuni aspetti un po' più interessanti. non voglio spoilerare, ma questa recensione non può mancare sull'asphalto anche perché la cacarella ha un ruolo in una scena particolarmente riuscita. -
scotto::1764807
volevo andare a vedere valerian e la città di stocazzo perché la ragazzetta mi fa indurire malamente ma ormai da vent'anni i film di besson fanno cagare e ho anche letto delle recensioni feroci. in particolare gli americani sembrano deliziati dall'idea che il film sia una merda e faccia floppone.
Il fumetto è dell'epoca in cui i francesi facevano lavori sontuosi. L'hai poi visto? -
no. in effetti è parecchio che non vado proprio al cinema. non mi ricordo nemmeno l'ultimo film che ho visto.
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ho visto in streaming quel dioporco di Jack Reacher – Punto di non ritorno.
Una cagata abissale
anche la ragazzina faceva cagare -
dovresti mettere i dati corretti nel field title