bere sangue ai cinesi e senza i cazzo di vampiri

ekatarina velika
modificato 1 ottobre 2014 in recensioni
So che parlare di cose serie tra voi bestie è vietato. Tuttavia stasera, cioè ieri, ho visto The look of Silence di Joshua Settepalle Oppenheimer (un texano e probabilmente ricchione, as usual) e il film, nonostante il cinema curiosamente pieno, è sul serio un film del porcoddio come non ne vedevo da.
Naturalmente non ne dirò nulla poiché anche se di sicuro e stronzamente non andrete a vederlo l'internet verrà comunque in vostro aiuto, né ho intenzione di suggerire virginali riflessioni varie ed eventali sul prodotto dal momento che in teoria tutti siamo forniti di cervello.
C'è però un fatto - che poi a dirla tutta sembra marginale ma è o dovrebbe essere il cuore narrativo del suddetto prodotto - cioè il fatto per cui perdo tempo qui: in due momenti e contesti diversi a un certo punto i due vecchi e cordiali signori (quello con la camicia bianca nella foto figa e quello rincoglionito dell'altra, dei quali è per me impossibile ricordare i nomi) reduci dagli squadroni della morte del Komando Aksi (KAP-Gestapu?) intervistati dicono la stessa cosa.



Dicono: noi non siamo impazziti perchè abbiamo bevuto il sangue di tutti quelli che abbiamo ucciso, infatti chi non l'ha fatto è impazzito.
Questa la sostanza, con più o meno dettagli. E non c'è motivo di credere che sia falso o sia una sboronata buttata lì, stiamo parlando di gente che non si è affatto pentita ma anzi ne è fiera, anche perchè sono praticamente eroi nazionali e tutto il resto.
Ora, sembra una cosa sciocca ma io ritengo che i tizi non abbiano torto, cioè che forse l'unico dispositivo in grado di permetterti di campare serena altri quaranta e rotti anni senza medicine e psicodottori dopo aver sgozzato centinaia di persone inermi in pochi giorni sia qualcosa del genere. Mentre pensavo a questo, uscendo dalla sala, ho cercato di darmi delle spiegazioni coerenti al perchè una cosa del genere mi sembri sensata, tuttavia alla fine mi sono trovata a scivolare pericolosamente nella brodaglia socioantropologica che disistimo e ho lasciato perdere.
Ma secondo voi?

Off-topic PS - soliti zingari, a casa loro: "noi siamo mustilmani" (però sulla parete c'è gesucristo, a 5:00).
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Commenti

  • AllegroDemiurgo
    AllegroDemiurgo cerebrum non habet
    modificato 26 settembre 2014
    visto anch'io: l'argomento è lo stesso dell'altrettanto ottimo the art of killing, ma dal punto di vista dei parenti delle vittime.
    riguardo alla faccenda del bere sangue direi che si tratta di effetto placebo.
  • a me kate fai intostarone
  • io non li vado a vedere questi film perchè penso che sono solo una forma ipocrita di pornografia
  • da quel che sapevo io i mussulmani credono in gesugristo e mi sa che una parte di loro credono pure nella sua venuta nel giorno del giudizio o una cagata del genere
  • francesco
    francesco bello di nonna
    il fatto che aprano alla possibilità di un'eventuale pazzia (però evitata dal brindare cogli sbocchi di sangue dei cristi che hanno sgozzato) magari non significa pentimento, ma di sicuro la coscienza linda e pinta non ce l'hanno manco per il cazzo.

    e comunque il sangue ha un cattivo sapore, figuriamoci.
  • si è ma è tipo una stronzata del genere se bevo il sangue delle mie vittime assimilo la loro forza, un effetto placebo appunto.
    Se la raccontano, come quelli che votano centro per intendersi.
  • non sono impazziti perché erano già pazzi
  • [scotto::post]io non li vado a vedere questi film

    scotto ma "questi film" quali? usi il plurale anche se è la prima volta che vedo una cosa del genere in vita mia. Potresti allora, se ti capitasse l'insperata ventura di vederlo, cortesemente indicarmi un solo altro titolo a te noto dotato di evidenti analogie con la pellicola in oggetto? Magari se hai tempo corredando il tutto con un'esauriente prolusione sulla tua personale concezione di pornografia.

    [wasd::post]i musssulmani credono in gesugristo

    davvero, ma pensa te

    [OC1=CC=CC2=C1C(CCN(C)C)=CN2::post]non sono impazziti perché erano già pazzi

    anche questo è vero però dopo c'è stata la normalità e loro normali tra normali, mentre chi non ha bevuto il sangue sale come scimmia sui palmizi a salmodiare sure
    io in verità ho pensato che bere il sangue di ogni singola vittima serva a saldare meglio quello che hai fatto nella memoria attraverso l'uso di più sensi, in modo da lasciarlo evaporare meno facilmente nella sciatteria dei giorni quando sai cosa hai fatto ma senza tutti i dettagli, giacché insieme ai dettagli svanisce pure il presunto perché
  • AllegroDemiurgo
    AllegroDemiurgo cerebrum non habet
    [ekatarina velika::post]io in verità ho pensato che bere il sangue di ogni singola vittima serva a saldare meglio quello che hai fatto nella memoria attraverso l'uso di più sensi
    due bevitori di sangue, che comunque non mi sembrava che stessero gran bene, non sono un campione rappresentativo; sono un po' come quelli che guariscono dal raffreddore andando a lourdes o non si ammalano per tre mesi di fila (miracolo!) grazie a beveroni omeopatici. i tizi di cui sopra, sono certo, avrebbero anche sgranocchiato avidamente stronzi se qualcuno glielo avesse suggerito.
    [scotto::post]
    io non li vado a vedere questi film perchè penso che sono solo una forma ipocrita di pornografia
    l'ignorare volontariamente alcune oscenità è di per sé una forma di pornografia (j.m.)
  • non voglio fare la voce fuori dal coro - e comunque non ho visto neanche un film di giosciua quindi so una sega - ma ho il sospetto che con la storia del placebo non ci stiate prendendo per un cazzo. naturalmente non ho idea delle qualità che i signori (teste di cazzo) genocidi attribuiscano al sangue dei loro avversari, può essere quindi che costoro si cullino davvero nell'idea che il sangue dei nemici abbia proprietà per così dire farmacologiche. in tal caso parlare di placebo, in senso piuttosto lato, avrebbe un senso. ma credo che così non sia e per quanto il confine tra le due idee appaia labile ai più, mi sembra che qui si tratti di potere magico. potere magico in una cultura che conosce farmaci e rimedi vari, sia di provenienza occidentale che locale, ma che continua ad attribuirgli caratteri unici e molto più trascendenti. se, come io credo, costoro attribuiscono un simile potere al sangue - e in ciò non ci sarebbe nulla di particolarmente originale perché roba simile si trova un po' ovunque mutatis mutandis - a che pro discutere? è del tutto evidente che costoro ritengono l'atto (concreto) un fatto rituale e non ha alcun senso metterlo in discussione come un fatto tecnologico; è da gente che ha problemi di astrazione. è un po' come quei poveri disgraziati che prendono l'ostia e dicono ai cattolici "ehi, cretino, ma lo vedi che non è diventata carne" mentre i cattolici continuano ad ingozzarsi di non-carne da qualche secolo senza fare una piega. è tutto un altro sport.
  • [rodolfo::post]
    La tua tesi del pensiero magico non è un'alternativa a quella del placebo: il primo costituisce una delle possibili giustificazioni soggettive - in senso popperiano - del fenomeno vero e proprio, che è l'effetto placebo (non importa qui se i suoi meccanismi non sono del tutto chiari). Non cambia molto se, piuttosto che il pensiero magico o il wishful thinking, uno credesse che il sangue ha l'effetto sperato perché gli è stata presentata, con impeccabile linguaggio scientifico, una giustificazione molto verosimile ma in realtà falsa: l'effetto placebo si avrebbe comunque. È vero che diversi filosofi della scienza ritengono che due giustificazione false, una teoricamente plausibile entro il canone standard della scienza e l'altra no non siano equivalenti, ma questo non esclude in nessuno dei due casi che l'effetto placebo (ma magari non solo quello) non c'entri.

    [rodolfo::post]è un po' come quei poveri disgraziati che prendono l'ostia e dicono ai cattolici "ehi, cretino, ma lo vedi che non è diventata carne" mentre i cattolici continuano ad ingozzarsi di non-carne da qualche secolo senza fare una piega.
    Eppure non è così disgraziata la provocazione degli scettici: puoi astrarre quanto vuoi ma "vera carne" non può prescindere dalle caratteristiche della carne, anche rimanendo entro i confini della filosofia aristotelica sulla sostanza: "carne" deve avere un correlato con caratteristiche essenziali ed eventuali accidenti. È accidentale la forma del pezzo di carne, il suo stato di conservazione ecc. ma è essenziale che sia fatta di cellule di un certo tipo, con gran quantità di proteine fibrose, tutte cose che non puoi astrarre oltre il fatto che si tratta di materia organizzata in un modo specifico ed osservabile, altrimenti la parola "carne" smette di avere il significato che ha e finirebbe per indicare qualunque cosa. Poiché la transustanziazione non è mero rito ma, dice la dottrina dogmatica, vera trasformazione, vero miracolo, vera carne, se il dischetto rimane materia amidacea le cose sono due: il cattolico si è creato un'isoletta mentale dove risiedono contraddizioni che lui non intende riconoscere; il cattolico che pensa sia solo un rito non è un vero cattolico.
  • Il sangue dei nemici non cura solo la pazzia ma anche l'infertilità, è scritto e documentato.
  • chukie
    chukie raddoppia sulle marcature
    (Nonché l'alopecia, vedasi a Beppe Greyskull)
  • [vincibile::post]
    Poiché la transustanziazione non è mero rito ma, dice la dottrina dogmatica, vera trasformazione, vero miracolo, vera carne, se il dischetto rimane materia amidacea le cose sono due: il cattolico si è creato un'isoletta mentale dove risiedono contraddizioni che lui non intende riconoscere; il cattolico che pensa sia solo un rito non è un vero cattolico.

    ma allora non le sapete le cose nostre che so' i secoli che 'e diciamo! (cit.) non puoi parlare di trasformazione, perché la transustanziazione è fenomeno a sé. il catechismo la definisce come la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le "specie eucaristiche", rimangono inalterate. questo significa che la forma materiale del pane e del vino sono poco più che involucri, ma è la sostanza ad essere importante ed è la sostanza del pane e del vino ad essere vera carne e vero sanguine, non certo la forma (la struttura molecolare). ma ancora non l'avete capito che i teologi non si fanno prendere in castagna da queste sciocchezze? per loro è sufficiente inventarsi un nuovo lenzuolo metafisico, impenetrabile perché infalsificabile, per chiudere la discussione e soprattutto per darsi ragione (e gongolarsi del loro fine intelletto).
  • Dicevo trasformazione in senso lato. Vogliamo chiamarla conversione? Ok.
    La struttura molecolare non è la forma di una sostanza, ne è proprio l'essenza. Puoi considerare tutti gli accidenti che ti pare, ma se parli di carne (e sangue) la componente cellulare e chimica è inemendabile. Non può esserci carne che non sia fatta in quel modo e quel modo è inevitabilmente costituito di elementi sensibili, la dottrina della transustanziazione - a differenza di altre per le quali l'infalsificabile apparato metafisico svicola le obiezioni sensate - proprio non sta in piedi alla luce dell'attuale teoria della materia molecolare (e, tra l'altro, non trova letterale riscontro nel racconto evangelico, poiché ILGRISTO stava chiaramente metaforizzando). La carne e il sangue non sono come un tavolo o una sedia, che puoi realizzare con diversi materiali e fogge, purché l'oggetto svolga il medesimo scopo. Non c'è la carne astratta, non c'è il sangue metafisico, così come non puoi sostenere che una pietra, privata della qualità sensibile di essere solida, continui ad essere una pietra.
    A meno di considerare la sostanza della carne come il valore della banconota e l'ostia al bigliettone dell'istituto poligrafico. Ma sappiamo tutti che il denaro è lo sterco del dimonio.
  • [vincibile::post]
    la dottrina della transustanziazione - a differenza di altre per le quali l'infalsificabile apparato metafisico svicola le obiezioni sensate - proprio non sta in piedi alla luce dell'attuale teoria della materia molecolare

    assolutamente no, perché la sostanza è un concetto filosofico che prescinde dal sensibile. la sostanza del sangue non è la materia di cui è composto il sangue (i globuli rossi, il plasma o scendendo di scala i singoli atomi e le molecole di ferro o acqua) ma, per l'appunto, qualcosa di diverso e di convenientemente invisibile (nonché indefinibile) che costituisce l'essenza del sangue. poi potrai essere libero di non crederci, e ci sono numerose ragioni di ordine filosofico per non farlo, però non è che la dottrina decade perché abbiamo scoperto gli atomi. del resto se il problema stesse nei termidi descritti da te non ci vorrebbe di certo la fisica moderna per falsificare la dottrina: anche nel medio evo si accorgevano che l'ostia rimaneva ostia e che il vino non cambiava in sangue, mica erano scemi. e lo stesso i protestanti: quando si scagliarono contro la transustanziazione non ne sapevano un cazzo di fisica, ma non è quello il punto!
  • [allegrodemiurgo::post]due bevitori di sangue non sono un campione rappresentativo; avrebbero anche sgranocchiato avidamente stronzi se qualcuno glielo avesse suggerito


    la giusta considerazione è che in effetti di quei due sappiamo che sono due e non sono tutti e l'effetto "tutti gli n componenti del Komando Aksi erano potenziali bevitori di sangue per non diventare x" può nascere dalla ricezione della storia distorta, con o senza malizia, dalla selezione dei soggetti e dal montaggio dei pezzi utilizzati per comporre la narrazione eccetera. avrebbero anche sgranocchiato stronzi? può darsi ma non sarebbe stata la stessa cosa, dal momento che il sangue è l'effetto tangibile della violenza esercitata e lo stronzo al massimo del far cacare, azione che difficilmente porta alla morte (che qui sulla terra è una conseguenza irrimediabile). infatti, per quanto ne sappiamo, non hanno mangiato stronzi, o almeno non lo hanno fatto in relazione a quella vicenda. questo per dire in breve perchè il sangue sembra avere più senso degli stronzi o di altro.
    allora ritenendo valida, per ora, la prima considerazione = che ne sappiamo veramente di quei due a parte quei minuti che parlano in meno di due ore di film e in che modo sono o possono essere rappresentativi, è chiaro che occorre documentarsi un poco meglio, per quanto possibile.

    Ho trovato su questa storia un libro piuttosto recente curato dallo stesso regista e un altro professore in stronzologia. Non è certo un ottimo biglietto da visita per documentarsi in modo imparziale ma comunque da qualche parte si comincia e l'internet mi fa cominciare da qui. Il libro contiene Show of force: a cinema-séance of power and violence in Sumatra's plantation belt, articolo che Oppenheimer pubblicò già nel 2009 insieme a Michael Uwemedimo, misconosciuto scienziato della comunicazione di altrettali paesi terzi (bello scherzo della natura) del quale persino l'internet si rifiuta di sa dirci poco o nulla, se non il fatto che è uno dei cinque produttori, regista escluso, di The act of killing. Da quello che capisco Taok è stato pensato nel 2001 e la lavorazione è durata dal 2005 al 2011, quindi l'articolo in questione è stato scritto presumibilmente nel corso della prima fase di produzione del film: sembra infatti una specie di canovaccio, abbastanza ben documentato, con una sintesi della vicenda storica e una prospettiva che, mi pare di capire, sarà poi quella definitiva adottata da entrambe le pellicole (anche se io Taok non l'ho visto se non a spezzoni ieri pomeriggio). In buona sostanza mi sento di dire che l'articolo nel suo genere è di un livello qualitativo alto, come del resto il film dell'altra sera, e nella prima parte si descrive l'autopoiesi del nuovo ordine di Suharto mediata proprio dalla narrazione cinematografica dei fatti del '65 come spontanea insurrezione "popolare" e quindi automaticamente giusta nonostante i massacri: The deliberate nature of the massacres is obscene to an official history which casts the extermination programme as the spontaneous uprising of a people united in a heroic struggle against the "evil seed" of atheist communism. A voler trovare somiglianze, e fatte le debite proporzioni tra contesti e media, questa parte dell'articolo (ma non il film) ricorda parzialmente l'operazione fatta in un altro documentario recente (2010), Cinema Komunisto di Mila Turajlic, a proposito della funzione del cinema nell'edificazione della coscienza nazionale jugoslava sotto Tito.
    Nel secondo paragrafo cominciano le cose interessanti per noi: posso dare, per esempio, un nome ai due compagnoni della prima foto, Abdul Rahman Lubis e Iwan Syah. Viene descritta tutta la scena girata, montata e pubblicata (diversi anni dopo) in The look of Silence, e si abbozza un'interpretazione dell'entusiastica messa in scena del massacro: The fact that the performance does indeed make the process seem routine has two somewhat contradictory effects. On the one hand, it allows us to understand the killings as routine, as mass killings, as systematic and thus scripted, rehearsed and generic. On the other hand, this scripted quality leads one to doubt the footage's evidentiary value for any particular killing. In this respect Abdul and Iwan's performance is wholly typical of the perpetrators' accounts this project has gathered. Even the performances that seem most graphic appear not to be rendered as singular explications of specific events, but rather (...) as rehearsals of genres whose register is the graphic (p. 90 della versione originale).
    A prescindere se si è d'accordo o meno con questa interpretazione che vuole nella teatralizzazione dell'evento una procedura codificata che normalizza le azioni degli assassini nei cliché di genere, è proprio in questo schema che Oppenheimer e il sig. nessuno incasellano il fatto di bere il sangue. Abdul Rahman, quello che nella foto sopra abbraccia il tipo (Iwan) con la camicia bianca, dice: Sometimes the executioner would drink the blood like this (quindi siamo a tre su tre). Segue la spiegazione secondo gli autori:
    Drinking blood is one of many grisly details unabashedly recounted. Others include how water, not blood, would flow from the amputated breasts of Gerwani members, how victims would urinate at the moment of death, how human corpses smell, how the kebal (those imbued with the power of invincibility) were forced to eat and then defecate to overcome their magic powers [quindi sì, ci sarebbe anche una pratica degli stronzi che in parte smentisce quanto sostenevo sopra], and how Komando Aksi rigged the bodies to float rather than sink so as to terrorise people living downstream. These stories recount details that are routinely, to the point of cliché, called sadis (an Indonesian appropriation of "sadist"); indeed, these stories are told in the register of sadis. The enthusiastic recounting of the sadis conjures, for the killer, an ultimate, metaphysical
    and magical power over death. It is a power to be relished, savoured, by rehearsing again and again the grisly details. Thus, through the
    genre of sadis, may killers perform themselves not just as victors and appropriators of the PKI's projected powers, but as men of preternatural strength with an ilmu (or magical knowledge) far greater than that of their victims. Demonstrating in this way their own magical power over life and
    death is important, because it makes the killers (and sometimes when they attach names to their victims, the killings, too) specific, locating the power of death in the actual individuals who finally carried out the murders
    .
    Si torna più o meno all'interpretazione di rodolfo, cioè quella classica dell'antropologia di cento anni fa, parzialmente svecchiata dalla concezione di performatività del racconto: These stories are performative ... it's not enough to drink blood ... one must also tell about it (p. 94).
    Quindi alla fin fine al di là dei poteri magici ecc per giosciua il fatto di bere sangui ha un senso solo nell'ex post dello sboronare con gli amici, cosa che mi puzza di grande stronzatona: nel bel mezzo del caos ordinato della violenza difficilmente si pensa "mo mi bevo i sangui di tutti così tra quarant'anni lo racconto". Cioè manca il movente vero. Ma questa parte dell'articolo è viziata da una conclusione determinata in partenza, cioè che lo volevano troppo dire e ci sono arrivati per altre vie:
    This is a terrifying and terrible actuality: that one could commit genocide under the spell of stories - stories of heroism, horrors, ghosts [e grazia alcazzo]. These stories haunt, yet are themselves haunted. What haunts these stories of sadis is the real. These displays of excessive visibility, by eclipsing with their generic gore the terrible singularity of each murder, make visible the relationship between obscenity (in the everyday sense) and its own obscene - the historical real itself. And in this evocation of the historical real, what is made real is the absence of the victims - that is, their death.

    Cioè l'oscenita eccessiva della narrazione massifica le singole uccisioni e le rende tollerabili. Bello bellissimo arguto, tuttavia ci si dimentica di dire perchè cip e ciop si sono bevuti il sangue. La cosa notevole è che sono proprio loro a dirlo con estrema semplicità: per non diventare pazzi, dettaglio che nell'articolo manca completamente.

    Tornando a noi e alla giusta considerazione: tre su tre sono un campione rappresentativo? L'articolo in questo non ci aiuta, si può solo aggiungere che la specificità del dettaglio del bere sangue, unico comune a tutti gli intervistati, dovrebbe far pensare che si tratta di una cosa importante, la conoscenza di una pratica che può salvarti l'esistenza nei giorni a venire. E quindi sì, secondo me sono un campione rappresentativo, e il fatto del sangue non è solo un racconto, non è solo una pratica magica, non può essere ridotto a placebo: è un'àncora per la cervella di poveri stronzi che sanno di essere stronzi, e poveri.
    sul sesso degli angeli del resto del thread: a detta sua Althusser chiavò per la prima volta a 29 anni, le credenziali per diventare filosofi quindi non vi mancano. altrimenti c'è sempre una valida alternativa.
  • Mondaigu, stai confondendo la dottrina aristotelica con quella platonica. L'Aquinate non parlava di sostanza invisibile e indefinibile, parlava di sostanza come insieme di forma e materia che poteva avere delle apparenze accidentali. Ai suoi tempi la materia non era analizzabile, per cui si poteva anche credere che il pane continuasse ad avere l'aspetto macroscopico del pane e il gusto del pane ma la sostanza (id est la materia) si trasformasse effettivamente in carne. Perché non sa di carne allora? Perché ignoravano che il gusto di una cosa è correlato allo specifico tipo di materia che contiene. La tua versione del dogma è invece un rifacimento più recente, elaborato apposta per svicolarsi - almeno agli occhi degli indotti - dall'obiezione fisicalista, ma la dottrina non tiene lo stesso perché, ti ripeto, carne e sangue non sono enti astraibili fino all'immaterialità come si potrebbe fare con altre cose. In fondo, una sedia si può anche immaginarla immateriale, fatta solo delle sue proprietà geometriche. Carne e sangue no.
  • Oppure leggiti un libro di statistica, almeno il capitolo sulla rappresentatività (”secondo me" dice, dio buono)
  • [ekatarina velika::post]parzialmente svecchiata dalla concezione di performatività del racconto
    hai detto nulla. intanto si dimentica che l'atto magico è anche performance. ammesso che non lo sia tout court (cosa che a me va anche bene) ma tenderei a distinguere alcuni fatti rituali che hanno una spiccata vocazione "pubblica" e appunto performativa. c'è un libro molto bello di m. strickmann che si chiama mantras and mandarins (che io però consiglio nella recensione francofona) che riporta un caso per me di primario interesse, ovvero le seance mantiche fatte in epoca tang in cina da esperti indiani. naturalmente si potrebbe perdere tempo a disquisire sulla genuinità o meno della transe e tutte queste menate fenomenologiche (e paradossalmente pseudoscientifiche) mentre in realtà c'è pieno di studiosi dotati di cervello che hanno spiegato in lungo e in largo come ogni seance sia in potenza una finzione (se non i tutti casi, visto che la definizione "scientifica" di transe è comunque problematica) e ciò non importi una cippa di minchia a nessuno degli attori coinvolti, presumibilmente da sempre.
    [ekatarina velika::post]il fatto di bere sangui ha un senso solo nell'ex post dello sboronare con gli amici
    opinabile se detto così, ma deal with it, io non ho nessun problema. è ovvio che la magia è una narrazione. per esempio io studio testi magici (di origine indiana) i quali sono notoriamente fini a se stessi e autoreferenziali. come? per esempio descrivono rituali che, per complessità e altre variabili, non sono stati ragionevolmente mai performati. mi spiego? nemmeno dall'autore che ha compilato la ricetta inedita. ecco quindi un caso (ennesimo) in cui magia, teologia ecc. non sono altro che una rappresentazione del mondo, e quindi ideologia (e quindi storia).
  • [rodolfo::post]ovvero le seance mantiche fatte in epoca tang in cina da esperti indiani.
    ecco ho solo dimenticato di dire che questi rituali venivano performati in apposite arene con gran pompa, patronaggio imperiale e un certo pubblico. da qui il seguito della mia osservazione.
  • franke abbattiate

    [rodolfo::post]
    consiglio nella recensione francofona
    le seance mantiche
    fatte in epoca tang
    in cina da esperti indiani
    della dinastia dei ming
  • al di fuori dei casi in cui compaiano esplicitamente i termini "bonzi", "ming" e "gésuiti" la reductio ad batiatum non fa ridere e desta sospetti di deficit scolastico, però mi rendo anche conto che si fa come si può.
  • [ekatarina velika::post]how the kebal (those imbued with the power of invincibility) were forced to eat and then defecate to overcome their magic powers

    quindi cagare annulla l'effetto magico? ma pensa te.

    [rodolfo::post]io studio testi magici

  • [vincibile::post]
    Dicevo trasformazione in senso lato. Vogliamo chiamarla conversione? Ok.

    La struttura molecolare non è la forma di una sostanza, ne è proprio l'essenza. Puoi considerare tutti gli accidenti che ti pare, ma se parli di carne (e sangue) la componente cellulare e chimica è inemendabile. Non può esserci carne che non sia fatta in quel modo e quel modo è inevitabilmente costituito di elementi sensibili, la dottrina della transustanziazione - a differenza di altre per le quali l'infalsificabile apparato metafisico svicola le obiezioni sensate - proprio non sta in piedi alla luce dell'attuale teoria della materia molecolare (e, tra l'altro, non trova letterale riscontro nel racconto evangelico, poiché ILGRISTO stava chiaramente metaforizzando). La carne e il sangue non sono come un tavolo o una sedia, che puoi realizzare con diversi materiali e fogge, purché l'oggetto svolga il medesimo scopo. Non c'è la carne astratta, non c'è il sangue metafisico, così come non puoi sostenere che una pietra, privata della qualità sensibile di essere solida, continui ad essere una pietra.

    A meno di considerare la sostanza della carne come il valore della banconota e l'ostia al bigliettone dell'istituto poligrafico. Ma sappiamo tutti che il denaro è lo sterco del dimonio.


    ma scusa esistono religioni e dottrine filosofiche nella quale si arriva a mettere in dubbio l'esistenza stessa del mondo sensibile o l'esistenza di altre coscienze al di fuori della propria, per quale motivo non vuoi concedere ai poveri cattolici di credere che al di là della materia dell'ostia e del vino vi sia una "sostanza" di corpo e di sangue di cristo ? è ovvio che uno possa non credere in una astrazione simile, ma dire che non ha senso perchè chimicamente composti di una certa sostanza mi pare una bella e buona forzatura.
  • [simplex::post]quindi cagare annulla l'effetto magico? ma pensa te.
    in linea molto generale la risposta è si, quasi ovunque. ci sono rarissime eccezioni così come ciò non implica che la merda non possa essere ingrediente magico. il caso dell'india è singolare perché la merda vaccina al contrario è un elemento puro con cui addirittura si "puliscono" altre cose.
  • cioè mi stai dicendo che se io a harry potter mentre gioca a Quidditch tiro una treccia dimmerda a rinvolo quello si schianta al suolo?
    Ti rendi della rivoluzione che questa notizia porterà nel mondo delle fanfiction? Le implicazioni sono innumerevoli.
  • [simplex::post]cioè mi stai dicendo che se io a harry potter mentre gioca a Quidditch tiro una treccia dimmerda a rinvolo quello si schianta al suolo?
    si. in "occidente" questa è quasi la regola ma in realtà visto che l'eurasia è un unico contenitore di miti più o meno triti, posso confermarti che diverse narrazioni (comprese alcune banalissime fiabe) raccontano di incantesimi rotti con potenti fiotti di merda. anche letteralmente.
  • Hermione: "Voldemort ci sta attacando! Non riesco a fermarlo! Harry!"
    Harry: "Ho finito la magia, c'è rimasta una sola possibilità" si gira verso Ron
    Harry: "DEVI CAGARTI ADDOSSO RON! DEVI CAGARTI ADDOSSO!"
    Ron: "Ma non mi scappa Harry! Non mi scappa!"
    Hermione (urlando): "Per l'amor di Dio Ron!!! CAGATI ADDOSSO!!!"
    AAAAAAAAAAAAH