il latino apre la mente - ma non quanto apre il culo!

psycho
modificato 16 gennaio 2007 in bla-bla
riapro una mia personalissima ciclicita', pur sapendo che questo thread fara' piangere lo Squallido master (che ci lurka dall'alto dei cieli) per almeno un paio di ragioni.

l'opinione che "il latino formi la mente" e' molto diffusa nella societa' (forse di piu' nella generazione dei miei genitori, che infatti ce l'hanno ancora come dogma e quando discutiamo dell'argomento sono molto piu' sgomenti della mia opinione su questo tema che non quando fingo di essere un omosessuale satanista).
secondo me invece se davvero a chi si cura dell'educazione dei giovani interessasse che si aprisse la mente, si investirebbe tutto quel tempo nell'insegnamento della matematica, o della programmazione, o si istituirebbero ore di Giuoco degli Scacchi (o del Go, o quant'altro; o meglio ancora di Ludica Logica in generale) del tutto analoghe a quelle di educazione fisica.
la verita' e' che il latino lo si insegna per un altro motivo, nobilissimo peraltro, che e' quello delle radici culturali. ma si vede che questo argomento non era abbastanza convincente per giustificare l'abnorme prestigio che si da' ancora alla materia a scuola.

Leonardo la pensa come me:
http://leonardo.blogspot.com/2007/01/tabula-rasa.html

(...) sfata la leggenda che il latino ci aiuti a raffinare le nostre capacità logiche. È una sciocchezza. Quale sarebbe esattamente il contenuto ‘logico’ del latino? Le regole di morfologia e sintassi sono costruzioni a posteriori, piene di eccezioni e casi particolari. Al massimo si può dire che il latino sia molto complesso. Ma non più complesso della fisica quantistica o del cinese. Chi sostiene che l’apprendimento del latino renda più ‘elastici’ di una qualsiasi lingua straniera, di solito non ha studiato bene nessuna lingua straniera oltre al latino: insomma, è tutt’altro che un’intelligenza ‘elastica’.

(...)

Eppure chi si diploma al classico con buoni voti se la cava bene in qualsiasi facoltà.

Magari è anche vero. Ma non perché abbia studiato latino; semplicemente perché è una persona intelligente. In una buona percentuale è anche un ragazzo benestante, che gode nella sua famiglia di un’offerta culturale molto superiore a quella che gli offre la scuola. Nelle sua casa ci sono mensole piene di libri, canali satellitari di approfondimento, Internet, quotidiani già sfogliati, parenti laureati con i quali può scambiarsi opinioni. Gente così di solito va a scuola più per intrecciare relazioni che per approfondire conoscenze: se si trattasse solo di questo, potrebbe studiare in casa con molto più profitto.

Da soli? In casa?

Hai colto il problema: non si può. Per questi studenti cosiddetti ‘brillanti’, il liceo è soprattutto un parcheggio. E per un parcheggio quinquennale il latino è la materia ideale: non serve a nulla, ma occupa un sacco di tempo, e impararlo (approssimativamente) dà una certa soddisfazione. Ma non è che il latino ci renda più intelligenti: semplicemente, abbiamo deciso che gli alunni più intelligenti debbano sorbirsi cinque anni di latino. Se un giorno decidessimo di farli giocare per cinque anni a Yu-Gi-Oh, probabilmente il loro rendimento all'università sarebbe simile. Invece storicamente abbiamo scelto il latino, e continuiamo a insegnarglielo. Se almeno lo imparassero davvero.

Non lo imparano?

Una volta lo imparavano, forse. Ma prova a dare in mano l’Eneide a un qualunque diplomato della mia età. Chiedi di leggerlo e tradurtelo all’impronta. Non ce la farà. Ha studiato latino per cinque anni, ma senza vocabolario è un analfabeta. L’ottanta per cento, all’indomani dalla maturità, non riuscirà a decifrarti una banalissima lapide di chiesa.

Perché è una lingua molto difficile.

Forse. Oppure perché gli insegnanti del liceo non sono bravi. Oppure sono bravissimi, ma il metodo è tutto sbagliato. In ogni caso c’è qualcosa che non va. Dedichiamo al latino come minimo cinque anni della nostra vita, eppure nessuno lo sa, nessuno lo parla. Com'è possibile? Se l'insegnamento del latino fosse così efficace, dovremmo sfornare torme di latinisti. Non solo. Com’è che noi italiani abbiamo delle scuole elementari fantastiche e una percentuale di laureati da terzo mondo? Tra l’istruzione elementare e quella accademica c’è un dislivello pauroso: qualcosa in mezzo evidentemente non funziona, e nessuno ci ha ancora spiegato cos’è.

Magari è la Scuola media inferiore.

Magari sì. Però potrebbe anche essere il modello del Liceo, dove si continua a dare tanta importanza a una materia come il latino che – ammesso serva a qualcosa – comunque nessuno riesce a imparare come si deve.

(...)
Taggata:
«13456717

Commenti

  • [psycho::post]L’ottanta per cento, all’indomani dalla maturità, non riuscirà a decifrarti una banalissima lapide di chiesa.

    Io alzerei la media. Però un ragionamento simile (ossia che la maggior parte delle conoscenze che si dovrebbero apprendere al liceo vengono o dimenticate oppure non sono mai state assimilate dalla stragrante maggioranza) per quasi tutte le materie.
  • [psycho::post]



    mi pare ragionevole
  • GG
    GG ring a ding ding
    io lo dico da tempi non sospetti che il sistema scolastico italiano e' una merda vereconda ed e' una delle cose peggiori introdotte dal fascismo.
  • Niten
    Niten Ist es nicht schön?
    [psycho::post]Quale sarebbe esattamente il contenuto ‘logico’ del latino?

    Centurie di pedites romani battono ritmicamente il giavellotto contro lo scudo scandendo in codice morse le lettere "QCQ".
  • Addrush
    Addrush Absolutely nothing
    psycho, il tuo spunto di riflessione mi ha fatto precipitare in grigio sconforto. Quello sconforto che prende quando qualcuno dice quello che il tuo cervello ha sempre cercato di nascondere... e solo a quel punto ti rendi conto che è vero e che non lo puoi più nascondere.
    Andrò a tradurmi qualche passo del De Bello Gallico come pegno d'addio, inumidendolo delle mie ultime, calde lagrime.
  • brullo nulla
    brullo nulla vieni qui che ti faccio l'amore degli uomini
    noi italiani abbiamo delle scuole elementari fantastiche


    eeeeeh?
    prima volta che sento dire qualcosa del genere. sta scherzando, vero?

    quanto al resto, sono piuttosto d'accordo. dal punto di vista intellettivo ovviamente il latino non è meglio del russo o del giapponese. purtuttavia non mi spiacerebbe venisse tenuto -assieme al greco, che rimpiango di non aver studiato-, se solo venisse insegnato come una lingua viva. per le lingue vive si fanno (giustamente) esercizi di scrittura e conversazione. il motivo è sì che l'inglese serve anche saperlo parlare e scrivere, ma il side-effect è che gli esseri umani sono fatti per imparare le lingue (e anche il resto) usandole.

    per latino e greco si fanno solo grammatica e traduzione, seguendo una didattica a dir poco fatiscente. non si fa usare mai il latino, non si pensa mai in latino, quindi non lo si impara mai davvero. quasi nessuno sa il latino: al massimo sanno tradurre.
  • [brullo nulla::post]prima volta che sento dire qualcosa del genere. sta scherzando, vero?

    boh. ha stupito anche me, ma non ho elementi per giudicare(*).


    (*) non ho fatto le elementari perche' sono stato bocciato all'asilo.
  • LePendu
    LePendu Tira calci al vento
    [psycho::post]L’ottanta per cento, all’indomani dalla maturità, non riuscirà a decifrarti una banalissima lapide di chiesa.


    Ma non diciamo stronzate, mi sono diplomato al classico 12 anni fa ormai, non apro un libro di latino da allora ma riesco ancora a tradurre tutte le cazzo di lapidi che vuoi.

    Poi, che sul latino che apre la mente si dicano un sacco di stronzate è sicuramente vero, ma non è fornendo ipotesi sbagliate che Leonardo riuscirà a convincermi della sua giusta tesi.
  • [psycho::post]
    Leonardo la pensa come me

    ci avrei giurato. quando ho letto il suo post ho pensato: "questa è proprio una psychata".

    (in ogni caso Andrea Rocchetto è un fake, no?)
  • Nostalgia canaglia.

    Complimenti, una notevole congerie di idiozie da perditempo.
  • Niten
    Niten Ist es nicht schön?
    [LePendu::post]Ma non diciamo stronzate, mi sono diplomato al classico 12 anni fa ormai, non apro un libro di latino da allora ma riesco ancora a tradurre tutte le cazzo di lapidi che vuoi.

    Strano, a scuola insegnano tutto tranne che lo stile e le abbreviazioni che sono impiegate per le epigrafi.
  • Louis
    Louis Con il sex appeal di Cattivik
    [Addrush::post]
    Andrò a tradurmi qualche passo del De Bello Gallico come pegno d'addio, inumidendolo delle mie ultime, calde lagrime.
    ah-ah, ance tu perchè è il libro più facile?
    [LePendu::post]
    Poi, che sul latino che apre la mente si dicano un sacco di stronzate è sicuramente vero, ma non è fornendo ipotesi sbagliate che Leonardo riuscirà a convincermi della sua giusta tesi.
    ecco, stavo scrivendo la stessa cosa prima che un tasto sconosciuto mi portasse alla pagine precedente (firefox di merda).

    Ma io proporrei anche la tesi opposta: il latino serve. Primo: ti fornisce basi del linguaggio che ti permettono di sfruttare al meglio le potenzialità della lingua, che sembra una banalità, ma non lo è. Ok, non ti aiuterà a trovare fica, non ti farà vincere a monopoli nè ti aiuterà nella VitaVera, ma ti dà soddisfazione*.

    Il discorso che fa Leo è utilitarista, se non serve, è inutile. Quello che invece mi hanno insegnato ore di filosofia e di latino e di greco e di storia dell'arte, è che non si può fare a meno degli insegnamenti inutili. Certo, gli insegnamenti utili** hanno il loro evidente perchè, ma quelli "inutili" servono all'individuo che li assimila per migliorare la sua vita, ed è un qualcosa che, purtroppo, non si può ntendere se non si vive.

    [psycho::post]Ma non perché abbia studiato latino; semplicemente perché è una persona intelligente. In una buona percentuale è anche un ragazzo benestante, che gode nella sua famiglia di un’offerta culturale molto superiore a quella che gli offre la scuola. Nelle sua casa ci sono mensole piene di libri, canali satellitari di approfondimento, Internet, quotidiani già sfogliati, parenti laureati con i quali può scambiarsi opinioni. Gente così di solito va a scuola più per intrecciare relazioni che per approfondire conoscenze: se si trattasse solo di questo, potrebbe studiare in casa con molto più profitto.
    questa è un caterpiller di luoghi comuni, neh

    *cosa che io ho provato di più grazie agli insegnamenti di lingua italiana e di greco, piuttosto che da quelli del freddo latino, ma sono convinto che non sia per tutti così.
    **quali? il 90% dei laureati che ha trovato lavoro del mio collegio sostiene che nessun corso universitario ti prepara a quello che sarà il tuo lavoro. Medici esclusi.
  • Louis
    Louis Con il sex appeal di Cattivik
    [Niten::post]
    Strano, a scuola insegnano tutto tranne che lo stile e le abbreviazioni che sono impiegate per le epigrafi.
    beh, si imparano con l'intuito.
  • Addrush
    Addrush Absolutely nothing
    [Louis::post]ah-ah, anche tu perchè è il libro più facile?

    Era quello che mi dava più soddisfazione: si capiva tutto e subito. Lo traducevo senza dizionario (e poi ricontrollavo con il caro IL, che non si sa mai).
  • [Louis::post]Il discorso che fa Leo è utilitarista, se non serve, è inutile.


    guarda che lui insegna italiano e latino a scuola.
    lui qui fa una cosa che mi piace molto, ovvero si mette nella stessa logica (apparente) di qualcuno e dimostra come nella sua stessa logica cio' che dice non ha senso.
    infatti per me l'utilita' del latino e':
    [psycho::post]il latino lo si insegna per un altro motivo, nobilissimo peraltro, che e' quello delle radici culturali

    e su questo mi pare che sei d'accordo.

    ma i difensori del latino la mettono proprio sull'utilitarismo (cioe': apre la mente, quelli che studiano latino statisticamente poi hanno stipendi piu' alti da grandi, ecc. ecc.), e lui entra nel loro stesso campo e li massacra.

    [Louis::post]questa è un caterpiller di luoghi comuni, neh


    sono luoghi comuni VERI. per me quanto dice qui e' semplicemente l'ABC dell'ovvio. o meglio di quel tipo di ovvio che a quanto pare appare ovvio solo a me, per qualche motivo.
  • [psycho::post]secondo me invece se davvero a chi si cura dell'educazione dei giovani interessasse che si aprisse la mente, si investirebbe tutto quel tempo nel sesso più sfrenato, nel rock 'n' roll, nella consultazione del "corriere del maranza"
  • [psycho::post]
    [Louis::post]Il discorso che fa Leo è utilitarista, se non serve, è inutile.




    guarda che lui insegna italiano e latino a scuola.

    ma non insegna alle medie?
  • Maranza
    Maranza sensibilità akbar
    [LePendu::post]riesco ancora a tradurre tutte le cazzo di lapidi che vuoi.


    beh, fino a R.I.P ci riesco anch'io.

    troppo metal!

    [brullo nulla::post]rimpiango di non aver studiato-, se solo venisse insegnato come una lingua viva.


    era una cosa che era venuta in mente anche a me, ma il latino "Lingua viva" può servire solo come gioco divertente.
    il latino insegnato a scuola serve a leggere gli autori latini in originale, e siccome quegli stronzi pezzi di merda scrivevano in maniera incomprensibile, ti tocca alllenarti a tradurre l'incomprensibile senza poterti allenare con il comprensibile.
    (è un po' quello che succede per quasi tutti i corsi universitari: ti fanno studiare delle tecniche raffinatissime di calcolo applicate a dei fenomeni a te del tutto ignoti. come se invece di dirti "la gravità=una palla che cade per terra" partissero subito con la relatività generale e la deformazione dello spaziotempo)

    il discorso della "forma mentis" vale forse forse per il primo anno, quando studi le declinazioni (il che eventualmente torna utile se studi tedesco o un'altra di quelle lingue bastarde con le declinazioni).

    ringraziamo il cielo che almeno adesso l'inglese lo si studia un po' ovunque, e che non ci saranno più i disperati come me e i miei compagni di classe che arriveranno nel mondo del lavoro con un'eccellente conoscenza del francese e del latino ed un enorme buco nero alla voce "inglese".
  • Louis
    Louis Con il sex appeal di Cattivik
    modificato 15 gennaio 2007
    [Addrush::post]
    Era quello che mi dava più soddisfazione: si capiva tutto e subito. Lo traducevo senza dizionario (e poi ricontrollavo con il caro IL, che non si sa mai).
    beh, eraun'opera di propaganda, la doveva capire anche il caciottaro... sì, ti sto dando velatamente del caciottaro
    [psycho::post]
    guarda che lui insegna italiano e latino a scuola.
    lui qui fa una cosa che mi piace molto, ovvero si mette nella stessa logica (apparente) di qualcuno e dimostra come nella sua stessa logica cio' che dice non ha senso.
    infatti per me l'utilita' del latino e':

    [psycho::post]il latino lo si insegna per un altro motivo, nobilissimo peraltro, che e' quello delle radici culturali


    e su questo mi pare che sei d'accordo.

    ma i difensori del latino la mettono proprio sull'utilitarismo (cioe': apre la mente, quelli che studiano latino statisticamente poi hanno stipendi piu' alti da grandi, ecc. ecc.), e lui entra nel loro stesso campo e li massacra.
    ah ecco, mi era sfuggito il senso. Il sangue al cervello ha fatto il resto.
    [psycho::post]

    sono luoghi comuni VERI. per me quanto dice qui e' semplicemente l'ABC dell'ovvio. o meglio di quel tipo di ovvio che a quanto pare appare ovvio solo a me, per qualche motivo.
    allora, o io ho frequentato il Liceo Classico anomalo, o qui c'è qualcosa che non va: ora, è ovvio che se ad un bimbo di 14 anni viene consigliato il Classico, 9 su 10 questo bimbo ha già a priori una testolina che lo farà andare bene a scuola. E con questo spieghiamo il Mistero della Bravura Insita.

    Ma che chi va al Classico abbia sempre una famiglia che lo sostiene nello studio con l'esempio, è una cazzata che la semplice statistica attenta potrebbe sfatare.
    Sebbene molti che frequentano il Classico vengano da famiglie agiate, e spesso da genitori laureati*, ciò non significa che abbiano un background di cultura assicurato. Anzi, spesso e volentieri è proprio l'opposto.

    Purtroppo posso portar solo esempi a mio aiuto, e sarebbe aneddotica. Ma ho ragione io.



    *io invece sono il primo laureando (da ieri è ufficiale) della famiglia, evvai.
  • Maranza
    Maranza sensibilità akbar
    [Louis::post]Sebbene moli che frequentano il classico vengano da famiglie agiate, e spesso da genitori laureati*, ciò non significa che abbiano un background di cultura assicurato.


    in compenso però mi pare sia molto raro trovare figli di persone di elevatissima cultura che abbandonano la scuola dopo le medie o che fanno gli istituti professionali ecc ecc.

    mi sa che hai guardato la statistica dal lato sbagliato, un po' come fa psycho quando si parla di rumeni e di criminalità.
  • Louis
    Louis Con il sex appeal di Cattivik
    [maranza::post]

    in compenso però mi pare sia molto raro trovare figli di persone di elevatissima cultura che abbandonano la scuola dopo le medie o che fanno gli istituti professionali ecc ecc.
    beh, sarebbe spiegabile con l'obbligo da parte di questi figli di frequentare Licei e completare gli studi, per poi ottenere l'agognata laurea in Scienze del Turismo.

    Btw, non voglio dimostrare che la famiglia non ha un peso, solo che questo peso non è dato dalla cultura che si dovrebbe respirare in casa come sostiene Leo. Ehi, io mi dovrei intendere di partita doppia, se fosse così!
  • [Louis::post]non voglio dimostrare che la famiglia non ha un peso


  • Zio Brady
    Zio Brady fottuta fashion victim
    [maranza::post]me e i miei compagni di classe che arriveranno nel mondo del lavoro con un'eccellente conoscenza del francese e del latino ed un enorme buco nero alla voce "inglese".

    Ti dirò, io ti invidio. Sto sudando sangue per imparare il francese [e stando in un paese di madrelingua diversa dalla mia non è semplicissimo], e pagherei per aver studiato il francese al liceo. L'inglese è una lingua che si impara in una settimana, il francese è un po' più cazzuto, mi pare.
    Com’è che noi italiani abbiamo delle scuole elementari fantastiche e una percentuale di laureati da terzo mondo?

    Ma piantiamola di lamentarci, che con tutti i nuovi corsi di laurea* tempo dieci anni e in Italia saremo tutti** dottori***.

    * Un giorno mi piacerebbe scoprire perché tutti i corsi professionali post-diploma sono stati trasformati in lauree, dando così l'impressione a centinaia di migliaia di stimabilissimi professionisti - meglio, futuri tali - l'impressione di contare qualcosa accademicamente [l'«ha fatto l'Università» conta ancora moltissimo nei paesi, e in Italia il numero di persone che vive ancora in paese - o che ci torna a vivere dopo l'università - è mostruosamente grande].
    ** tutti dottori = nessun dottore. Ma, andando al punto 3,
    *** mi chiedo spesso perché in Italia abbiamo il cazzo di titolo di dottore, nel resto del mondo riservato ai PhD. E ci metto in mezzo anche l'ing., geom., rag., avv. etc.
    Cioé, in studio ricevo lettere di avvocati con i controcoglioni, con titoli di tutto rispetto e professionalità riconosciuta a livello internazionale, e questi si firmano con nome e cognome. Poi arriva la letterina dell'avvocato cagliaritano che ha passato l'esame di Stato l'altro ieri e c'è il suo nome nella carta intestata****, il tono è tanto formale da farmi sciogliere i coglioni mentre lo leggo e immancabilmente si firma "avvocato Pinco Pallino". Nemmeno avv., scrivono tutti "avvocato" per esteso.
    **** per dire, nella carta intestata del mio studio c'è pure il mio nome. E sono solo un praticante, per di più in trasferta. Però qui smetto se no tutti i miei propositi di tornare in Italia vanno a farsi fottere e inizio ad apprezzare 'sto paese dimmerda nel quale mi trovo costretto a stagionare.
  • brullo nulla
    brullo nulla vieni qui che ti faccio l'amore degli uomini
    [Louis::post]Il discorso che fa Leo è utilitarista, se non serve, è inutile. Quello che invece mi hanno insegnato ore di filosofia e di latino e di greco e di storia dell'arte, è che non si può fare a meno degli insegnamenti inutili.


    e su questo, per carità, d'accordissimo.
    infatti io voglio tenerlo il latino.

    [Louis::post]Primo: ti fornisce basi del linguaggio che ti permettono di sfruttare al meglio le potenzialità della lingua, che sembra una banalità, ma non lo è.


    questo non è una banalità: semplicemente, non vuol dire nulla.
    in che senso il latino ti fornisce basi dell'italiano? ok, sono lingue parenti, ma non è che imparando l'una impari l'altra.

    [maranza::post]
    il latino insegnato a scuola serve a leggere gli autori latini in originale, e siccome quegli stronzi pezzi di merda scrivevano in maniera incomprensibile, ti tocca alllenarti a tradurre l'incomprensibile senza poterti allenare con il comprensibile.


    non è vero che scrivevano in modo incomprensibile. credo che per i lettori dell'epoca la scrittura di un buon numero di autori letterari fosse piuttosto piana. magari non equivalente a quella parlata, ma ben più leggibile di quello che è, che so, Petrarca (ma anche Gadda) per noi.
    insomma, "exegi monumentum aere perennius" o "gallia est omnis divisa in partes tres" non sono frasi particolarmente contorte.

    in ogni caso, avere una conoscenza del latino viva e non libresca sicuramente aiuta poi a fare anche traduzioni da testi faticosi.
    ti voglio vedere a tradurre Shakespeare senza neanche saper dire "the cat is under the table", pure è quello che fanno a scuola.
  • [brullo nulla::post] se solo venisse insegnato come una lingua viva.
    Per ovvie ragioni non è possibile ma credo di essere d'accordo. Diciamo che dovrebbe essere studiato come si studiano nei corsi più avanzati le lingue straniere, anche se morte (sanscrito ecc.). Non proprio per chiacchierarci, ma almeno in maniera finalizzata a inquadrare più o meno qualsiasi fonte. Per come si insegna oggi probabilmente se ne potrebbe fare a meno.
  • liceali ed ex-liceali (dimmerda) fuori da qui!
  • LePendu
    LePendu Tira calci al vento
    [psycho::post]ma i difensori del latino la mettono proprio sull'utilitarismo (cioe': apre la mente, quelli che studiano latino statisticamente poi hanno stipendi piu' alti da grandi, ecc. ecc.), e lui entra nel loro stesso campo e li massacra.


    Ma dai, io e Louis stiamo difendendo il latino e stiamo proprio dicendo il contrario. I difensori del latino che puoi pwnare alla grande tirano fuori il suo utilitarismo. Quelli che ragionano no.

    L'utilita` principale del latino e` quella di farti parlare meglio l'italiano, secondo me, e nessun altra. Ma dimmi poco!
  • Wile
    Wile mezzo maschio alpha
    [brullo nulla::post]in che senso il latino ti fornisce basi dell'italiano? ok, sono lingue parenti, ma non è che imparando l'una impari l'altra.

    la mia professoressa di spagnolo all'università sosteneva (e dubito fosse farina del suo sacco) che per uno spagnolo che conosca il latino, imparare l'italiano sia facilissimo.
    questo perché in una ideale "linea evolutiva" lo spagnolo è più distante dal latino di quanto lo sia l'italiano. insomma, se conosci il latino e lo spagnolo, ricavi l'italiano per interpolazione.*

    * lo so, anche a me sembra una cazzata, ma la tipa era credibile. o forse ero io un po' credulone.
  • [psycho::post]


    Mmm. In parte d'accordo, ma ci sono dei presupposti sbagliati, secondo me (oppure ho avuto la fortuna di fare una scuola decente…).
    Riflessione preliminare:
    Ho fatto, latino, greco e inglese tutti e cinque gli anni. Il greco mi è servito moltissimo per studiare il tedesco, il latino (al pari del greco) introduce la questione dei casi (senza i quali non impari nessuna lingua germanica), ma l'assenza di articolo mi ha abituato subito al russo, di cui mastico qualcosa (mi sono fermato per mancanza di tempo, non perché mi sia concettualmente inarrivabile: infatti, ha strutture retoriche e morfologiche tipiche del latino, o così mi sembra). Greco e latino, poi, mi hanno abituato la mente a quel periodare un po' strambo tipico della letteratura antica, utilissimo per ebraico e aramaico. L'inglese, va da se'…

    Quindi:
    1. il latino (ben studiato) "apre la mente" al pari di qualsiasi altra lingua
    2. però da accesso a una letteratura immensa che è la base della cultura occidentale (infatti, puoi studiare con la medesima passione l'olandese, solo che l'olandese non serve a un cazzo, nemmeno a rimorchiare gnocca locale perché ti parlano sempre in inglese, se sei straniero)
    3. stando così le cose, è il miglior accesso per la diversità culturale, visto che si leggono testi di dumila anni fa… Certo non impari la diversità culturale leggendoti emenem in inglese (che pure amo)
    4. tuttavia, l'inglese dovrebbe diventare di fatto una seconda lingua ufficiale accanto all'italiano. Non so se avete mai sentito un nordico parlare in inglese, c'è da vergognarsi e non aprire mai più bocca. Il latino rimane comunque per l'élite.
    5. il francese è facile, cazzo.
  • LePendu
    LePendu Tira calci al vento
    [Rabbi Acher::post]5. il francese è facile, cazzo.


    No dai, il francese non e` facile. Il francese e` facile per un italiano.

    (Ti ricordo che zio Brady e` sardo, non metterlo in imbarazzo)