A Serious Man, l'ultima fatica dei f.lli Coen che sprizza ebraismo da ogni fotogramma
Commenti
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[TracotanZ::post]
[mumb::post]Il migliore in assoluto? Boh, insomma. Notevole sicuramente.
forse alla fine il meglio è non è un paese per vecchi, ma solo perchè è ambientato in nuovo messico anzichè nell'insipido minnesota.
cerco di spiegare meglio: a me burn after reading è piaciuto, non moltissimo ma è piaciuto.
Il problema di questo a serious man, secondo me - per me, è che condivide il medesimo messaggio di B.A.R. e lo espone con la stessa tecnica (farsa).
Per questo motivo credo che diventi una questione di gusti, l'immersione in un mondo totalmente ebraico puo' piacere, come puo' anche rompere il cazzo dopo 20 minuti, dipende dal fruitore.
E' un Coen e si vede dal primo all'ultimo minuto, ma siccome "Non è un paese per vecchi" l'ho trovato superiore a burn after reading, trovo che sia superiore anche a questo a serious man, proprio perché mi è parso un:[mumb::post]è un Burn after reading spiegato agli ebrei (e per ebrei).
Ma questa è una mia opinione. -
Entro a fava tesa: cosa c'è di prettamente ebreo in B.A.R. ?
che io sappia i Cohen stessi inquadrano B.A.R. nella loro "Trilogia della Gente Spettacolarmente Stupida".
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a me i coen generalmente piacciono (ma woody allen no, andrò a vedere questo film con molta paura) ma burn after reading l'ho trovato anch'io fastidiosamente insipido.
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[Lord H.::post]a me i coen generalmente piacciono (ma woody allen no, andrò a vedere questo film con molta paura)
Vai senza timore:
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ops cannato thread
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Io i Coen non li capisco. Mi sono visto 'Non é un paese per vecchi', 'Fargo' e 'Il grande Lebowski' e mi sono sembrati tutti filmetti un po' banali e nonostante ció leggo ovunque recensioni entusiaste. Sará che non li capisco. Quest'ultimo me lo guarderó perché mi piacciono le robe con gli ebbrei, ma se non mi fará cambiare idea mi metteró definitivamente l'anima a pace.
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bravo.
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Andreij mi permetto di ricordarti che è nel banale che si nasconde l'eccezionale.
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[Andreij::post]se non mi fará cambiare idea
No, non ti farà cambiare idea (però recati comunque al cinema onde contribuire ad arricchire i Coen e permettergli di realizzare nuovi films).
Off topic: qualcuno ha notizie sulla programmazione di Life during wartime di Solondz? È stato già distribuito/verrà distribuito nel Belpaese? Dovrò acquistarlo in DVDRip come già Palindromes? Grazie per l'attenzione. -
ahahaha festerbestertestertanz lollo con semplicità, diocristo ma accorciati il nickname o fatti chiamare Fez.
(un po' come Mez). -
[TracotanZ::post]ma accorciati il nickname
A seguito di analoghe rimostranze da parte di digitatori altrettanto pigri, ebbi già a proporre con un certo successo (chukie) la forma contratta fstrbstrtstr. -
[festerbestertester::post]
Off topic: qualcuno ha notizie sulla programmazione di Life during wartime di Solondz? È stato già distribuito/verrà distribuito nel Belpaese? Dovrò acquistarlo in DVDRip come già Palindromes? Grazie per l'attenzione.
ancora nulla .
in giro di solondz si trova Welcome to the Dollhouse, storytelling ed happiness (palindromes non l'ho visto), tutti fottuti capolavori.
in zona coen, qualcuno ha visto questo?
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io l'ho visto a venezia. guardalo in originale. è ok.
si vede chiaramente che bridges, mcgregor, clooney e spacey si divertono come i matti.
fortunatamente si diverte anche il pubblico, cosa non sempre scontata. -
a me ha fatto annoiare.
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[dead_dwarf::post]
in zona coen, qualcuno ha visto questo?
sì. (molto ok) -
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E', in effetti, un film molto ebraico.
Vederlo mi ha fatto pensare a una vecchia discussione sull'ebraismo che avevo avuto anni fa.
Sostenevo, ai tempi, che una buona parte dei topoi sull'ebraismo non fossero, in realtà, intrinsecamente ebraici. Discorso - questo - che si applica particolarmente bene all'Italia, dove gli askhenaziti sono pochini; ché, a mio parere, gli elementi caratterizzanti di cui sopra, più che ebraici stricto sensu, fossero propri di un sottogruppo, certo importante ma sempre parziale, della koiné ebraica; in particolare, degli ebrei askhenaziti emigrati negli USA a seguito della seconda guerra mondiale.
Dopodiché, vuoi per imitazione incoscia, vuoi per osmosi, vuoi quasi per moda, questi cliché, modi, luoghi - sia del corpo che dello spirito, sono stati ripresi e fatti propri anche da persone che con le comunità anzidette ben poco hanno a spartire.
L'esperienza propria - intendendo con 'propria' anche quella della propria famiglia - di un ebreo italiano, o ancor di più tripolino o sefardita, ha in comune con il topos dell'ebreo yiddish di Yehoshua o di Singer (cui si rifanno anche i buoni fratelli Coen nel caso di specie) ben poco; non di più di quanto l'esperienza di un brianzolo abbia in comune con quella di un siciliano emigrato in America.
Quello che queste due facce dell'ebraismo hanno sicuramente in comune è una medesima forma mentis; quanto alle forme con le quali questa si esplica c'è altrettanto sicuramente, a mio parere, un'influenza non certo trascurabile del mondo yiddish trapiantato in America. Che è poi quello di Woody Allen, dei f.lli Coen stessi, di chi volete voi, ma che non è certo una cifra essenziale dell'essere ebrei. -
lilith il fatto è che molta gente pigra non sviluppa un gusto proprio e inoltre teme moltissimo l'opinione degli altri (ben oltre quello che vogliono dare a vedere).
così sviluppano delle macrocategorie, stazionando all'interno delle quali sono ragionevolmente sicuri di fare bella figura quasi sempre.
questo approccio però delle volte porta a prendere delle cantonate pazzesche, ed è il caso, secondo me, degli estimatori dell'uomo che fissa le capre.